Tumore del colon retto: al via a Quarrata uno screening per 7500 cittadini

Si potrà fare a domicilio attraverso un semplice prelievo delle feci

L'equipé di gastroenterologia

L'equipé di gastroenterologia

Pistoia, 15 maggio 2015 -  L’ esame è semplice e indolore: consiste nel raccogliere, a casa propria, un piccolo campione di feci in una particolare provetta che andrà poi consegnata al personale della Ausl 3. Dovranno farlo, nei prossimi mesi, gli uomini e le donne, residenti nel Comune di Quarrata, circa 7500 cittadini, di età compresa tra i 50 e i 70 anni, se vogliono aderire al programma regionale, gratuito, di prevenzione e diagnosi precoce del tumore del colon retto.

“Si tratta di uno screening importante che ha già salvato tante vite da una malattia complicata e complessa come il tumore al colon retto, informeremo i nostri pazienti sull’importanza di aderire alla campagna e collaborare facendo il test perché uno dei primi segnali di questo tumore è proprio il sanguinamento, non visibile ad occhio nudo”,-spiega Sabrina Sergio Gori, coordinatore dell’Aggregazione Funzionale Territoriale dei Comuni di Quarrata e Serravalle e in rappresentanza dei Medici di Medicina Generale del territorio. Il tumore del colon retto costituisce oggi la seconda causa di morte sia negli uomini (dopo il tumore al polmone) che nelle donne (dopo il tumore alla mammella); il suo sviluppo è quasi sempre preceduto dalla comparsa di lesioni benigne dell’intestino (polipi o adenomi). Lo screening del colon retto nella provincia di Pistoia è attivo ormai da dieci anni e la campagna è mirata a individuare il tumore in fase asintomatica, quando cioè è all’inizio e quindi non manifesta alcun sintomo, come dimostrato dalle esperienze di altri screening: quello mammografico e quello per la prevenzione del tumore del collo dell’utero. I cittadini residenti nel Comune di Quarrata riceveranno in queste settimane la lettera con la quale saranno invitati a ritirate presso il presidio distrettuale di Quarrata (in via Marco Polo) l’apposito Kit (provetta e bustina trasparente) per eseguire al loro domicilio il test. Il cittadino, una volta fatto l’esame, dovrà ri-consegnare la busta con all’interno il campione e la lettera, sempre al presidio distrettuale. Se il risultato sarà negativo la segreteria provvederà a comunicarlo, all’assistito, sempre tramite lettera, entro quattro settimane dalla consegna del campione.

Nel caso di risultato positivo esso sarà contemporaneamente comunicato all’assistito e al suo medico di famiglia con l’informazione della data del successivo accertamento endoscopico in ospedale. “Anche se il test risultasse positivo, cioè venisse rilevata la presenza di sangue nelle feci, non significa che la persona interessata abbia sviluppato il tumore del colon retto, in quanto molte altre patologie possono provocare sanguinamento -aggiunge Alessandro Natali, direttore della unità operativa aziendale della Ausl 3 di gastroenterologia- e quindi per chiarire la diagnosi è necessario eseguire la colonscopia con la quale possono essere individuati polipi benigni, la cui asportazione tempestiva evita che possano trasformarsi in tumori maligni. Sarà cura della segreteria prenotare direttamente l’esame al cittadino che nei nostri centri può essere eseguito anche in sedazione cosciente”. Anche nella realizzazione di questo programma di screening sono attivamente coinvolti numerosi operatori sanitari, medici e infermieri, oltre al personale amministrativo.