
Autrice di fama internazionale, Helga Schneider ha presentato ai ragazzi della scuola secondaria di primo grado di Lamporecchio, in anteprima nazionale, il suo nuovo libro "Bruceranno come ortiche secche. Relazioni pericolose ai tempi di Hitler". Il libro, in sesta posizione nella classifica Robinson, inserto culturale de La Repubblica, è una lettura appassionante su un argomento, l’omofobia, che è ancor oggi, purtroppo, un problema attuale. La storia personale di Helga è molto particolare: un’infanzia negata, turbata dalla guerra e privata di affetti veri. Helga a quattro anni viene abbandonata dalla madre insieme al fratello Peter. La donna, fanatica dell’ideologia nazista, si arruola come guardiana SS del campo femminile di Ravensbrück e, successivamente, di Auschwitz-Birkenau. Il padre, dopo una breve licenza dal fronte, sposa una donna che rifiuta la piccola Helga e accetta solo il fratellino Peter.
La matrigna fa internare Helga prima in un istituto di correzione per bambini difficili. Nel dicembre del 1944 Helga e il fratello vengono portati al cospetto di Adolf Hitler. La sorella della matrigna lavora per il Ministero della Propaganda guidata dal gerarca Joseph Goebbels che, in una delle ben note operazioni di proselitismo dell’ideologia nazista, organizza delle visite per piccoli ospiti nel bunker del Führer. Nel libro autobiografico "Il rogo di Berlino" (Adelphi, Milano, 1995), Helga descriverà Hitler come un vecchio che camminava male e aveva un lieve tremore alla testa. Finita la guerra Helga lascia Berlino e nel 1971, venuta a sapere che la madre è ancora in vita, sente il desiderio di conoscerla ma scoprirà che la donna, condannata dal Tribunale di Norimberga a sei anni di carcere come criminale di guerra, dopo 30 anni non ha rinnegato il suo passato.
Da quest’incontro Helga uscirà sconvolta perché la madre conserva orgogliosamente, come un caro ricordo, la divisa di SS. Ci sarà un altro incontro nel 1998 che sarà per Helga di nuovo traumatico a causa della fede irriducibile della madre all’ideologia nazista. Scrive, così, il libro "Lasciami andare, madre" uscito in Italia nel 2001 divenuto film con il titolo "Let me go", grazie alla produzione inglese diretta dalla sceneggiatrice e regista Polly Steele. Il nostro incontro con la scrittrice fortemente voluto dalla biblioteca comunale Don Siro Butelli e dal Berni di Lamporecchio sottolinea, ancora una volta, la volontà di mantenere vivo il valore della Memoria e del Ricordo grazie alla testimonianza diretta di questa grande scrittrice, Helga Schneider.