Proseguono a oltranza lo sciopero e il presidio nei tre stabilimenti di Quarrata della Vot International, l’azienda a conduzione cinese che produce divani dove lunedì 28 ottobre un operaio pakistano è stato aggredito, dopo che si era rivolto al sindacato per protestare contro i pesanti orari di lavoro, dalle 12 alle 14 ore giornaliere. Oggi è previsto un nuovo incontro tra azienda e sindacati, nello stabilimento di via Giotto a Quarrata, dopo quello di venerdì scorso, che però non ha portato al risultato atteso dal sindacato. Anche se una prima apertura da parte dell’azienda ci sarebbe stata. "Siamo ormai a oltre una settimana di sciopero e di presidio davanti ai cancelli – ricorda Luca Toscano del sindacato Sudd Cobas –. In questi giorni abbiamo raccolto un abbraccio da parte del territorio di Quarrata, di tutto il Pistoiese e anche da Prato. Soprattutto l’adesione allo sciopero è cresciuta, adesso i lavoratori che stanno scioperando sono 35, quindi sono la maggioranza, a prova del fatto che queste battaglie fanno andare via la paura su cui questo sistema di sfruttamento si regge e si è retto in tutti questi anni". Dall’incontro di oggi sono attese delle risposte da parte dell’azienda, in particolare per quanto riguarda la regolarizzazione dei circa 50 dipendenti, che chiedono orari di lavoro meno pesanti e soprattutto contratti regolari e a tempo indeterminato.
"Noi abbiamo delle richieste chiare e non trattabili – riprende Toscano –, perché quando si parla di garantire la legalità e contratti regolari per i lavoratori dal nostro punto di vista c’è poco da discutere. Vedremo come andrà e nel caso siamo pronti a continuare lo sciopero e il presidio a oltranza davanti ai cancelli della Vot Iternational, ma anche ad andare a bussare alla porta dei committenti, che hanno nomi importanti, uno su tutti Mondo Convenienza. Comunque ci auguriamo che si trovi una soluzione positiva per questa vertenza, altrimenti si allargherà ai punti vendita della committenza. Noi chiediamo la disponibilità da parte dell’azienda a firmare un accordo sindacale che preveda stabilizzazione, regolarizzazione, contratti indeterminati, applicazione del contratto industria, che deve sostituire quello attuale dell’artigianato, che oltretutto non veniva neanche applicato. Ciò che è certo è che noi non possiamo accettare di regolarizzare una situazione che emerge dallo sfruttamento, applicando contratti nazionali che oggi danno dei minimi retributivi che sono da fame. Per questo chiediamo di applicare il contratto dell’industria".
Patrizio Ceccarelli