Scontro sulla Piazzetta del Podestà: "Richiama al periodo fascista"

Polemica sul nome scelto dal Rione Dore per la Festa di mezza estate, patrocinata dal Comune. Nincheri (Montale Rinasce) replica con un’interpellanza. L’assessore Barontini: "Nessuna ambiguità".

Scontro sulla Piazzetta del Podestà: "Richiama al periodo fascista"

Il gruppo del Rione Dore. Marco Cati sostiene che l’associazione che presiede «ha ripulito dalle erbacce 6mila metri quadri di terreno intorno alle rovine»

È polemica sul nome "Piazzetta del Podestà" attribuita dall’associazione Rione Dore allo slargo di Montale Alto dove ha organizzato una "festa di mezza estate". Il gruppo consiliare Montale Rinasce ha presentato un’interpellanza in consiglio comunale per contestare all’Amministrazione Comunale di aver dato il patrocinio alla festa e quindi di avere avallato l’uso di un nome come "piazzetta del Podestà" che non risulta nella toponomastica comunale.

L’assessore alla cultura Francesco Barontini ha risposto rivendicando la scelta di dare il patrocinio difendendo l’uso di "una denominazione non ufficiale che non modifica la toponomastica comunale".

L’associazione Rione Dore dal canto suo si è sentita attaccata ingiustamente dall’interpellanza di Montale Rinasce e ci tiene a far conoscere l’attività di recupero dell’area di Montale Alto, in particolare quella intorno alle rovine del castello compiuta dai suoi volontari. In consiglio comunale il capogruppo di Montale Rinasce Sandro Nincheri ha sostenuto che l’attribuzione dei nomi ai luoghi spetta al Comune e "non può un’associazione decidere come si chiama una piazza o un giardino, altrimenti si crea un precedente che altre associazioni potrebbero seguire".

Nincheri ha affermato anche che il nome "piazzetta del Podestà" poteva "richiamare un periodo difficile del nostro paese (chiaro riferimento al periodo fascista ndr) e così entrare in contrasto coi valori della costituzione".

L’assessore Barontini ha risposto che non c’era nessun "significato ambiguo" nel dome "piazzetta del podestà" che fa chiaramente riferimento al periodo medievale e non a quello fascista, sottolineando l’azione di recupero di un luogo storico compiuto dall’associazione rione Dore. Dopo aver ascoltato la discussione in consiglio è intervenuto il presidente dell’associazione Rione Dore Marco Cati facendo presente che sono nell’uso a Montale tanti nomi di luoghi che non sono nella toponomastica ufficiale: "Da mesi portiamo avanti un progetto per recuperare l’area dell’antico castello di Montale – spiega Cati – abbiamo ripulito dalle erbacce seimila metri quadri di terreno intorno alle rovine del vecchio castello rendendo visibili i resti delle vecchie mura e rendendo accessibili punti dove da anni non si poteva arrivare. Vogliamo coinvolgere anche altre associazioni per valorizzare l’area da cui ha tratto origine Montale".

Giacomo Bini