
Il dirigente dell’istituto Bonaccorso, Luca Gaggioli, ascoltato dal gip. Il pm ha chiesto la sospensione. Sarebbero oltre cinquanta, dal 2023, gli episodi contestati. L’accusa per tutti è di falso in atto pubblico.
Nella lente degli inquirenti decine di atti a firma del preside Luca Gaggioli, dirigente dell’istituto comprensivo Bonaccorso da Montemagno di Quarrata. Soprattutto l’assegnazione delle cattedre, con gli incarichi annuali, ai professori supplenti. Ma anche i tirocini, per centinaia di ore, svolte all’interno della scuola, con l’attestazione della frequenza, dei laureandi, che avrebbero affiancato gli insegnanti nelle ore curriculari. Si tratta dei cosiddetti Tfa, tirocini formativi attivi, che sono necessari per ottenere l’abilitazione all’insegnamento e che prevedono una frequenza di trecento ore. Sarebbero oltre cinquanta gli episodi contestati al dirigente scolastico, nell’ambito della corposa inchiesta della Procura di Pistoia, diretta dal sostituto procuratore Leonardo De Gaudio, e che ipotizza il reato di false attestazioni in atto pubblico. Un’indagine destinata molto probabilmente ad allargarsi, a quanto pare, ad almeno una trentina di persone, insegnanti e tirocinanti, che potrebbero essere anche loro indagati in concorso con il preside. Nei confronti del dottor Gaggioli la Procura chiede una misura interdittiva della sospensione dal servizio. Ora si attende la decisione del giudice per le indagini preliminari, Patrizia Martucci, davanti alla quale il preside è comparso giovedì mattina.
Le irregolarità sarebbero state compiute all’inizio dell’anno scolastico 2023-2024 quando, come accade puntualmente nella maggior parte degli istituti, ci si ritrova ad affrontare il problema di coprire le cattedre scoperte, ovvero quelle non assegnate agli insegnanti di ruolo. Il pasticcio sarebbe nato dalla modalità di reclutamento degli insegnanti, che segue un meccanismo complesso: esistono le graduatorie Gps (graduatorie provinciali di supplenza), e poi, solo dopo che sono esaurite, in seconda battuta i dirigenti possono chiamare personale direttamente dalle Mad (messe a disposizione), ossia domande di aspiranti supplenti che hanno dato la propria disponibilità. Secondo un’ordinanza ministeriale non è però possibile chiamare un docente direttamente dalle Mad se questo è iscritto anche nelle Gps.
Il dirigente, secondo quanto ipotizzato dagli inquirenti, avrebbe omesso, nel corpo del contratto stipulato con i supplenti, chiamati direttamente, le modalità con cui la scuola li aveva scelti. Una procedura che, secondo l’avvocato Andrea Ferrini, difensore del preside, sarebbe stata seguita in totale buona fede verificando la regolarità dei vari passaggi.
Il dirigente avrebbe proceduto con l’obiettivo di garantire all’apertura dell’anno scolastico la presenza del personale docente delle scuole primarie dell’istituto. Poi, ci sarebbero le attestazioni di svolgimento dei tirocini, sempre a firma del preside Gaggioli. Secondo quanto ipotizzato nell’indagine, moltissime di quelle ore non sarebbero mai state svolte. E nella bufera sarebbero finiti anche gli insegnanti incaricati dal preside.
Martina Vacca