Via libera delle aziende alla multiutility toscana, ma il sindaco Tomasi resta prudente, se non freddo, sulla futura società dei servizi regionale. Intanto il passo in avanti: i cda di Acqua Toscana, Consiag, Publiservizi e Alia hanno approvato l‘atto di fusione che avvia formalmente il percorso per la costituzione della multiutility toscana, la nuova holding dei servizi pubblici locali (ambiente, energia e acqua), partecipata da 66 Comuni tra i territori dell‘Empolese Valdelsa e le province di Firenze, Prato e Pistoia. La struttura post fusione, con quote destinate ai Comuni di Firenze (37,1%), Prato (18,2%), Pistoia (5,4%) Empoli (3.4%) e altri comuni toscani (35,9%), sarà sottoposta all‘approvazione, entro settembre, da parte dei consigli comunali e dell‘assemblea della società. Dopo l‘approvazione in assemblea saranno previsti due successivi aumenti di capitale.
"Fin dall’inizio abbiamo partecipato attivamente alla ricerca della strada migliore per avere servizi più efficienti a costi inferiori, una strada che dovrà essere delineata dai Comuni, senza pregiudizi ma senza nemmeno progetti preconfezionati – sottolinea il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi – Pistoia ha cercato, fin da subito, di orientare questo percorso con indirizzi precisi che continueremo a far valere". Insomma, va bene iniziare il percorso ma avendo bene in testa obiettivi precisi. Infatti quello di ieri per Tomasi è solo "un punto di partenza per valutare se questo sia o meno lo strumento idoneo a dare soluzione ai problemi che ad oggi riscontriamo nei servizi. Una valutazione che è rimessa ai consigli comunali e all’assemblea dei soci". Il sindaco anche ieri ha ribadito la sua posizione che prevede due "vincoli non superabili: che la maggioranza sia saldamente nelle mani pubbliche, con la previsione di paletti strettissimi che non permettano il passaggio ai privati e, secondo, che non si scordi mai l’obiettivo finale, ovvero avere servizi migliori a costi inferiori per la collettività, cosa che ad oggi non avviene".
E ancora: "L’esigenza di avere sul tavolo una valutazione tecnica – continua il sindaco – nasce dai tre problemi ad oggi esistenti: la necessità di investimenti, penso alla depurazione, alla rimozione del cemento amianto, alla mancanza di impianti per il ciclo dei rifiuti; la necessità di non continuare a portare le risorse dei toscani alla romana Acea; la necessità di fermare l’avanzata delle grandi multiutility che da fuori regione stanno continuando ad acquistare in Toscana prendendo terreno con il rischio per noi, proprio per questo, di essere fagocitati".