
La manifestazione. che fecero le associazioni davanti al Tribunale di Pistoia
Il caso di Pilù finisce in prescrizione. Sono passati ormai dieci anni da quando Gaetano Foco, originario di Messina ma da tempo residente in Valdinievole, nel maggio 2015, a Pescia, seviziò la cagnolina, un pincher nano appartenente alla sua ex fidanzata, causandone la morte. Le orribili scene delle sevizie vennero firmate e finirono sui social network. La Corte di Appello di Firenze ha stabilito che il decorrere del tempo ha portato all’estinzione del reato. In seguito alla denuncia dei fatti, sono passati oltre due anni prima della partenza del processo contro l’uomo. Nel 2022, al termine del processo di primo grado, Foco venne condannato a 18 mesi di reclusione, al risarcimento dei danni, da determinarsi in sede civile, oltre al pagamento delle spese processuali per tutte le parti costituite, ben nove, tra associazioni animaliste e il Comune di Pescia.
In Appello, come una doccia fredda, è arrivata la prescrizione del reato. In ogni caso tutta la parte riguardante il pagamento delle spese processuali e il risarcimento resta confermata. Danilo Giacomelli, avvocato di parte civile che rappresentava l’associazione Lisa, spiega che "una vicenda che aveva causato una così forte mobilitazione di persone si è chiusa con una sentenza di prescrizione in Appello, dopo una condanna in primo grado e questo può senza dubbio apparire ingiusto, anzi lo è di certo. Si tratta però del risultato del funzionamento dell’amministrazione della giustizia in Italia che è lenta".
Andrea Sbragia, avvocato di parte civile che rappresentava l’associazione animalista Liv commenta: "il procedimento e l’accertamento del grave fatto ha potuto trovare respiro solo grazie all’instancabile lavoro di tutte le associazioni costituite, le quali hanno dimostrato come certe azioni muovano diritti che travalicano la sfera privata, perché posti a tutela dei principi fondanti il corretto sviluppo di una società civile che tuteli la fasce più deboli, umani ed animali". Secondo il legale, "c’è chi è un baluardo nella tutela dei diritti di chi non ha voce e questo baluardo sono le associazioni per i diritti degli animali. La prescrizione non deve essere vissuta come una sconfitta ma come una opportunità per continuare a difendere quei diritti". Le parti civili coinvolte nel procedimento possono comunque ancora fare una causa civile nei confronti di Foco, come stabilito dalla Corte di Appello che ha confermato questa parte del pronunciamento di primo grado.
Daniele Bernardini