Valdinievole in difficoltà, gli agricoltori: "Non siamo preoccupati, ormai siamo disperati"

Le piogge di aprile e maggio hanno fatto iniziare in ritardo la semina del mais. E le piante si sono trovate in una situazione subito estrema legata al caldo

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La Valdinievole rappresenta un polmone molto importante per la produzione di mais a livello nazionale (foto d’archivio)

Pistoia, 3 agosto 2024 – Un settore che era andato in difficoltà già a fine giugno perché, nonostante le piogge copiose e temperature non elevate, la semina dei chicchi di mais era avvenuta troppo tardi e quindi si era già visto che ci sarebbero stati dei problemi. Oggi, a distanza di un mese, con in mezzo un luglio che più secco non si potrebbe e con le riserve d’acqua che iniziano a scarseggiare, il mondo agricolo e dell’allevamento in Valdinievole è alle corde. A dirlo è Paolo Giorgi, vicepresidente di Coldiretti Pistoia nonché membro della sezione "Giovani Impresa" a livello nazionale e titolare – assieme al fratello Valentino – della società agricola "Le Corti" dal 2004 che lavora in maniera importante in tutta la Valdinievole.

“Se un mese fa c’era grande preoccupazione, adesso siamo di fronte alla disperazione – dice Giorgi, senza mezzi termini – per quel che riguarda il mais in particolar modo le alte temperature sono la mazzata finale ad una stagione partita malissimo. Le piogge, copiose, che ci sono state fra aprile e maggio, hanno fatto si che la semina sia iniziata in ritardo rispetto al solito e così le piante poi si sono trovate in una situazione subito estrema legata all’acqua che ha smesso di piovere dal cielo. Oggi – aggiunge – , con queste temperature e le previsioni di altre settimane di caldo e siccità, non si può che essere in piena sofferenza. Anche perché – spiega – tecnicamente la pianta senza fiore è già secca e quindi diventa difficile che possa diventare un prodotto poi utilizzabile e vendibile. Se a giugno avevo detto che ci saremmo trovati di fronte ad una resa inferiore del 20 per cento , adesso posso dire che siamo arrivati tranquillamente al 50 per cento e, dall’altro lato, restano sempre a nostro carico i costi elevati per la semina e la cura delle coltivazioni".

La Valdinievole, fra l’altro, rappresenta un polmone molto importante per quanto riguarda la produzione di mais a livello nazionale, essendo l’area più estesa per questo tipo di bene in tutto il centro Italia al quale, fino a poco tempo fa, si alternava anche il girasole per poi farci l’olio. Ma, anche su questo fronte, i problemi sono enormi.

“Il cambio delle stagioni si fa vedere – aggiunge Paolo Giorgi – così come è sempre più stringente la necessità di trattenere l’acqua piovana da recuperare nei momenti di maggior secco. Di sicuro questo 2024 è l’anno più complicato da diverso tempo a questa parte, proprio perché avendo seminato in ritardo rispetto al solito la produzione è ridotta in maniera notevole e, per questi motivi, abbiamo dovuto rinunciare alla produzione del girasole. Se a questo ci si somma un 20 per cento di terreno lasciati incolti perché non valeva la pena metterci qualcosa, si capisce quanto sia difficile questo momento".

Saverio Melegari