LINDA MEONI
Cronaca

Dai social alla politica, emergenza ambientale al centro. Il nuovo clima “Te lo spiega Sofia”

Continuano gli incontri del festival Climate Fiction Days: l’ospite di oggi sarà l’attivista green Passotto. “Che vuol dire oggi essere ambientalisti? Avere un po’ di sale nella zucca. Tutti possono fare qualcosa”

Dai social alla politica, emergenza ambientale al centro. Il nuovo clima “Te lo spiega Sofia”

Pistoia, 21 marzo 2025 – Uno dei set ricorrenti è casa sua. Dritta in video c’è lei che guarda, una tazza di tè fumante in mano, oppure il pranzo da consumare. Oppure niente, solo l’urgenza di dire qualcosa e farlo mettendoci la faccia. Gli argomenti? I 17 gradi la mattina di Natale, il primato nero (tutto italiano) per le morti da inquinamento atmosferico, lo smog, le bombe d’acqua d’agosto, le banche e i combustibili fossili, la politica e il voto. E la lista potrebbe essere ancora lunga. Tutto sotto l’“insegna social” di Instagram e Tik Tok @telospiegasofia, ovvero Sofia Pasotto, 24 anni, esperta di climate change, ambasciatrice del Patto Europeo per il Clima e consulente del Senato sulle policy per l’ambiente, tra le protagoniste di oggi al festival Climate Fiction Days impegnata prima in un incontro riservato alle scuole poi, oggi (16.30) alla Biblioteca San Giorgio per una lectio magistralis aperta a tutti.

Quand’è che ha cominciato a interessarsi alle questioni climatiche?

“Da sempre, sin dalla mia tesina delle medie. Era sulle energie rinnovabili. Lì è cominciato un cammino che mi ha portata ai Fridays for Future, fino poi ad essere io fondatrice del gruppo locale di Mantova, la mia città”.

Dove si informa?

“Seleziono fonti il più autorevoli possibili. No influencer, sì portali di informazione, giornali, magazine, testate in genere. Scelgo il long form, meglio di altri capaci di inquadrare il contesto. Duegradi.eu è uno dei miei riferimenti più ricorrenti”.

La bufala climatica più grossa?

“Che essere ambientalisti significa accedere all’ideologia green. Invece significa semplicemente essere una persona che ci tiene. La distruzione totale dell’economia non è causata certo dal clima o dagli attivisti. È colpa del sistema capitalista che ci sfrutta e dei pochi che accumulano ricchezza a danno delle risorse naturali e del benessere altrui”.

Quanta consapevolezza c’è tra i suoi coetanei sui temi climatici?

“Siamo un gruppo molto eterogeneo eppure ci chiamano indistintamente ‘giovani’. Siamo da una parte più sensibili all’argomento, dall’altra coscienti di non poter cambiare le cose. Lo conferma la politica, incapace di far spazio ai giovani, di dar valore alle comunità”.

Ambasciatrice in contesto europeo, consulente al Senato: di cosa si occupa?

“Sono cariche simboliche che riconoscono in qualche modo la bontà della mia comunicazione e la incentivano, offrendo più strumenti. Per dare la spinta a continuare”.

Che vuol dire oggi essere attivista?

“Avere un po’ di sale nella zucca. Ognuno può qualcosa nel proprio piccolo. Essere attivista significa riconoscere il ruolo della collettività nel cambiare le cose: unendoci possiamo far pressione sulle istituzioni affinché alcune situazioni cambino”.

Da Greta Thunberg a oggi la bolla dell’attenzione sulla protesta sembra essersi sgonfiata. È così?

“Sì, un po’ per la pandemia, un po’ perché le richieste fatte non solo non sono state ascoltate ma sono state strumentalizzate e quindi è venuta meno la voglia di mettersi in gioco”.

C’è adesso un’emergenza più emergenza di altre?

“Sicuramente quella climatica. Anche perché dentro ce ne stanno altre: quella abitativa, sanitaria, economica. È una crisi sistemica. Serve ripensare il tutto in un’ottica di cura generale”.

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