SAVERIO MELEGARI
Cronaca

Sollievo nel mondo vivaistico: "Export di piante e ’Pochazia’. Non serve più la quarantena"

L’annuncio di La Pietra, sottosegretario al Masaf: "Scongiurati gravi danni per tutto il settore". La svolta dopo mesi di timori per l’insetto coreano: "Grazie al comitato fitosanitario e al Crea".

Piante pronte per l’export (archivio)

Piante pronte per l’export (archivio)

Da circa quattro mesi nel mondo del florovivaismo pistoiese si vive nel limbo per gli effetti che potrebbe provocare sulle piante, e di conseguenza sull’intera filiera produttiva, la Pochazia shantungensis, un insetto di origine coreana che si sta diffondendo rapidamente in Europa e che, nello scorso autunno, è stato rilevato anche all’interno del Distretto. Ovviamente sono partite immediatamente le contromisure e ieri c’è stata una svolta di non poco conto: questo insetto, diversamente da quanto accaduto finora, non verrà considerato fra quelli che obbligano a mettere in quarantena le piante. A darne annuncio il sottosegretario all’agricoltura, il senatore pistoiese Patrizio La Pietra.

"Stiamo ricevendo segnali estremamente positivi in merito alla decisione di non includere la Pochazia Shantungensis, tra gli organismi da quarantena per le piante – afferma il sottosegretario al Masaf –. Va ricordato come, in questa situazione, istituzioni e mondo della ricerca stanno lavorando insieme da tempo a supporto del sistema produttivo per scongiurare il rischio di gravi danni economici per il comparto florovivaistico nazionale, eccellenza italiana e leader delle esportazioni. Voglio sottolineare la validità del metodo di lavoro messo a punto anche in questa occasione e ringrazio il Comitato Fitosanitario Nazionale, e in particolare il ’Crea’ nella persona del suo presidente Andrea Rocchi – aggiunge La Pietra –, per la disponibilità dimostrata fin dal primo momento, venendo fisicamente sul territorio per comprendere meglio la problematica e agire di conseguenza".

Seppur considerato un argomento prettamente ’tecnico’, questo insetto di origine coreana ha decisamente seminato il panico nel comparto vivaistico. Nel Regno Unito, per esempio, è stato considerato potenzialmente pericoloso tanto da inserirlo in una apposita "lista nera" di organismi che non possono essere introdotti (una decisione che era al vaglio anche di altri Paesi europei, ndr). Da qui la situazione di rischio generata dalle piante ornamentali esportate oltremanica dall’Italia che, in alcuni casi, ha provocato la distruzione dei lotti infestati. Ma si sono verificate situazioni dove è stato deciso, dalle autorità competenti, l’abbattimento di tutto il carico arrivato dall’Italia provocando, ovviamente, gravi danni dal punto di vista dell’immagine nonché sul lato economico.

S.M.