A un anno dall’alluvione del 2 novembre 2023 le famiglie di Ponte dei Bini e zone limitrofe vivono nella paura. Un tratto di argine del torrente Brana, in cui sono iniziati dei lavori a maggio, ma con il cantiere rimasto fermo per mesi, ora è protetto solo da un telo di nylon. La cosa che più preoccupa è la risposta che ha ricevuto un cittadino che si è rivolto a Regione, Genio civile, Consorzio di bonifica Medio Valdarno e comune di Agliana, per avere chiarimenti in merito a questa preoccupante situazione. "Ci sono stati dei fermi di cantiere, anche se le condizioni meteo permettevano di lavorare, dovuti all’approvvigionamento di scogliera la cui richiesta è molto alta a seguito delle alluvioni in Toscana e Emilia Romagna". Questa la motivazione data dalla Regione che aggiunge: "Vista l’ultima allerta meteo del 25 ottobre, è stato messo in sicurezza il cantiere con la posa di una telonata a protezione dell’argine su cui si stava lavorando". Ma la popolazione non si sente affatto sicura. "In caso di piena - è il timore dei cittadini - l’argine provvisorio, che non è altro che terra appoggiata e ormai imbevuta d’acqua, coperto da telo bianco, sarà molto probabilmente spazzato via dalla corrente. Sul cantiere due ruspe sono rimaste immobili per mesi, anche con la bella stagione. Come si può smantellare un argine senza la certezza di avere la scogliera sufficiente per portare avanti e finire i lavori, mettendo l’argine in sicurezza? Nella pianificazione di qualsiasi attività - osservano i cittadini - è buona norma aprire un cantiere al momento opportuno, concentrare in forza uomini e mezzi sul sito e finire i lavori più celermente possibile". Secondo le previsioni i lavori dovevano concludersi il 14 ottobre. Ora, a condizioni meteo favorevoli, la Regione prevede circa altri venti giorni di lavoro per chiudere il cantiere. La preoccupazione, nella frazione di Ponte dei Bini e zone limitrofe, è di passare i prossimi mesi in queste condizioni. Naturalmente, c’è solidarietà per chi è stato duramente colpito dalle alluvioni in Toscana e in Emilia Romagna e la presa d’atto anche della necessità degli enti interessati di dover intervenire nelle urgenze sul territorio, ma ritengono doveroso portare l’attenzione su questa criticità. I cittadini riportano, inoltre, l’attenzione sulla criticità del torrente Calice.
Piera Salvi