Sos manutenzione: "Cassa d’espansione invasa dalle piante. Così non serve a nulla"

Nel mirino la struttura anti-alluvioni nella zona tra Chiodo e Chiazzano. Un residente della zona ha denunciato, esasperato, la situazione. "La pioggia non defluisce e si riversa su strade e case: occorre ripulirla".

Sos manutenzione: "Cassa d’espansione invasa dalle piante. Così non serve a nulla"

Sos manutenzione: "Cassa d’espansione invasa dalle piante. Così non serve a nulla"

PISTOIA

"La cassa di espansione in località Il Chiodo a Chiazzano è tutta occupata dalla vegetazione e non riceve l’acqua, dunque non svolge la sua funzione".

La denuncia viene da un residente della zona, Giovanni Zamponi, che riferisce di aver scritto decine di mail agli enti preposti, dal Consorzio Medio Valdarno al Comune di Pistoia fino alla presidenza della Regione Toscana, senza avere risposte soddisfacenti, cioè senza che siano stati attuati gli interventi di manutenzione.

In effetti un giro a piedi lungo i bordi dell’ampia cassa di espansione, che dovrebbe riuscire a raccogliere circa 20mila metri cubi di acqua, permette di rendersi conto subito di un dato di fatto: i fossi adiacenti sono stati interessati da una piena di acqua anche in occasione dell’ultima forte precipitazione di lunedì scorso mentre la cassa è del tutto asciutta, cioè ha ricevuto pochissima acqua tranne che in una porzione molto marginale molto vicina agli argini dei corsi d’acqua.

Eppure il fosso Acqualunga, che corre lungo la via provinciale pratese, vicino alle abitazioni che sorgono lungo la strada, era pieno anche lunedì notte e rischia continuamente di esondare. Tanto che il signor Zamponi, come altri residenti della zona, provvede a piazzare una paratia, in caso di forti piogge, in modo che il fosso non invada il cortile davanti alla sua casa. La cassa di espansione dovrebbe servire proprio a ricevere l’acqua di due fossi, l’Acqualunga e il Bottaia, impedendo che provochino allagamenti.

Ma l’incavo della cassa di espansione è del tutto pieno di sterpaglie che sono cresciute fino al livello dei campi circostanti, anzi in certe zone si ergono addirittura ben al disopra del piano di campagna costituendo delle vere e proprie macchie di vegetazione spontanea.

"La cassa è piena di erbacce e nessuno l’ha mai ripulita – dice Zamponi – è impossibile che in questo modo possa ricevere le migliaia di metri cubi di acqua che dovrebbe in teoria raccogliere. E’ una struttura che è costata moltissimo e che non funziona, sicuramente non serve a prevenire gli allagamenti perché l’acqua semplicemente non ci va".

Nella zona del Chiodo dove si incontrano di due fossi di Acqualunga e Bottaia arriva l’acqua proveniente da nord, anche dalla zona di Sant’Agostino. Tutt’intorno alla cassa sorgono tanti vivai, specialmente utilizzati per vasetteria, dunque la regimazione delle acque e la cura dei fossi è fondamentale per evitare che si verifichino allagamenti delle strade e delle abitazioni. Zamponi ci mostra le foto impressionanti della zona durante l’alluvione del 2 novembre scorso con la via provinciale pratese ridotta a un torrente e l’acqua che dal fosso invadeva le case.

"Quando eravamo ragazzi – racconta Zamponi – ci si divertiva a vedere le auto che si fermavano a causa dell’acqua che aveva invaso la strada. Ora sono passati tanti anni ma non è cambiato niente. Di nuovo c’è la cassa di espansione che però, lasciata a se stessa senza essere mai ripulita, non serve a nulla". Nel canale che fu realizzato vicino alla cassa di espansione c’è un apparato che serve a chiudere il passaggio dell’acqua e regolarlo. La paratia è sempre stata fissata allo stesso livello. "Penso che la cassa sia stata progettata e studiata – dice Zamponi – in modo da funzionare, ma in tutte le cose occorre manutenzione, ora dentro la cassa ci sono le erbacce e non ci va l’acqua".

Giacomo Bini