
il blitz
Pistoia, 1 giugno 2018 - A un anno esatto dal blitz dei carabinieri che pose fine allo spaccio di hashish in piazza della Resistenza, gestito da un gruppo di giovani africani originari del Gambia e domiciliati quasi tutti sulla montagna pistoiese, ieri si è concluso il processo davanti ai giudici del collegio presieduto da Jacqueline Monica Magi. Sono stati tutti condannati per le cessioni ripetute di stupefacente così come aveva chiesto il pubblico ministero Claudio Curreli che aveva diretto le indagini dell’Arma.
Il pm aveva chiesto pene comprese fra i due anni e 4 mesi e 2 anni e 10 mesi chiedendo le attenuanti generiche per il comportamento processuale di tutti gli imputati poichè, attraverso i loro difensori, avevano dato il consento all’ingresso degli atti di indagine. Attenuanti concesse dal Collegio. Non era stata contestata agli imputati l’associazione a delinquere, bensì la ripetuta cessione dello stupefacente. Questa la sentenza letta nella tarda mattinata di ieri dal presidente Magi: sei mesi di reclusione e 800 euro di multa per Lamin Fofana (1993); due anni e sei mesi e 9mila euro di multa per Madou Toure (1989); due anni e 4 mesi e 8000 euro di multa per tutti gli altri imputati che avevano scelto il processo ordinario: Conteh Yankuba (1993); Lasana Conteh (1995); Mohamed Bojang (1994); Salif Mbaje (1991); Foday Camara (1998); Matarr Joof (1994); Abubakar Samba (1982) e Abdoulie Deammeh (1994).
I difensori, fra cui l’avvocato Alessandro Mencarelli, nelle loro arringhe difensive hanno richiamato l’attenzione dei giudici sul fatto che si trattasse della ipotesi lieve del V comma dell’articolo 73 della legge sulla detenzione di droga ai fini di spaccio. “La ripetizione della cessione _ ha detto l’avvocato Mencarelli in aula _, non priva il “fatto lieve”, con cessioni da 5 euro, della sua connotazione”. Il blitz dell’Arma che annientò lo spaccio nel principale parco cittadino ebbe un’ampia risonanza in città. Fu utilizzato anche l’elicottero del IV Elinucleo di Pisa, con sessanta militari delle tre Compagnie, il VI Battaglione di Firenze e i Nuclei cinofili di Firenze e Pisa-San Rossore. Fu una operazione curata nei minimi dettagli che era nata dalle esasperate segnalazioni dei residenti e dei frequentatori del parco. Quella stessa mattina i militari eseguirono le sei ordinanze che erano state emesse dal giudice per le indagini preliminari Alessandro Buzzegoli dopo le indagini che il Norm aveva avviato nel dicembre del 2016. I carabinieri circondarono la piazza e procedettero a controlli a tappeto.
Furono controllate 30 persone compresi i giovani clienti. La droga, hahish e marijuana, era nascosta ovunque, sottoterra e fra le antiche mura della Fortezza, un espediente per farsi trovare sempre “puliti” in caso di controlli da parte delle forze dell’ordine. Le cessioni documentate furono decine anche agli adolescenti. Fondamentale, per le indagini, fu il contributo delle telecamere nascoste.