La presentazione del libro “Sposati e sii sottomessa“ (2011) della giornalista Rai Costanza Miriano (foto dal web), organizzata dalla parrochia di Casalguidi e che si è svolta venerdi sera in sala Francini, con il patrocinio del Comune di Serravalle Pistoiese, ha suscitato la reazione dei Coordinamenti Donna Cgil e Spi Cgil Pistoia che ieri hanno diffuso una comunicato di cui riportiamo alcuni brani. "In un primo momento abbiamo pensato che, considerato il periodo, si trattasse di uno scherzo di Carnevale. Purtroppo invece, è la pura realtà. In un paese caratterizzato da gravi disuguaglianze di genere, in cui le donne subiscono quotidianamente discriminazioni, molestie e violenze, ci sembra grottesco e profondamente offensivo che il Comune possa patrocinare un’iniziativa del genere. In una narrazione distorta, che in modo tossico tenta di rovesciare le carte in tavola, si invitano le donne a “riappropriarsi della vocazione all’accoglienza della vita, quella che viene dal loro essere morbide, capaci di ricucire i rapporti, fare spazio, intessere relazioni, tirare fuori da tutti il meglio”. La maternità come vocazione, la donna come naturalmente portata ad accogliere e “tessere”: argomenti appetitosi per la parte più retrograda e oscurantista della nostra società, dai Sentinelli in Piedi ai fanatici del Family Day, passando per coloro che, al governo della nostra Repubblica, desidererebbero cancellare i diritti delle donne, conquistati dalle lotte del movimento femminista, a partire dalla Legge 194. Ci verrà obiettato che non cogliamo l’ironia e la provocazione dell’autrice. È che siamo abituate a leggere fra le righe e a guardare sempre la luna, mai il dito. Crediamo – concludono – che mentre in Iran migliaia di donne stanno morendo e lottando per uscire dalla sottomissione, la scelta del Comune di patrocinare la presentazione del libro della Miriano sia profondamente lesiva della dignità di tutte le donne che si riconoscono nel principio di autodeterminazione femminile".
Cronaca"Sposati e sii sottomessa". Ma le donne non ci stanno