
L’avvocato Cecilia Turco del foro di Pistoia difende il medico indagato (FotoCastellani)
Il tribunale del riesame ha revocato ieri la misura cautelare degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico per Enrico Bardelli, il medico pistoiese di 70 anni, titolare, con il fratello, del centro diagnostico Villa Maria di Pistoia, indagato per stalking e molestie sessuali dopo la denuncia di una ex collaboratrice del centro, una donna di circa trent’anni. I giudici del riesame si sono pronunciati ieri dopo l’istanza di scarcerazione che era stata presentata dai difensori di Bardelli, l’avvocato Cecilia Turco del foro di Pistoia e l’avvocato Antonio D’Avirro del foro di Firenze, subito dopo l’interrogatorio di garanzia, avvenuto la mattina dell’8 aprile, in tribunale, a Pistoia. In quella occasione Bardelli era comparso davanti al giudice per le indagini preliminari Luca Gaspari, rendendo alcune spontanee dichiarazioni e respingendo con decisione l’accusa di molestie sessuali. La motivazione della revoca dei domiciliari, sostituita con il divieto di avvicinamento alla parte offesa, non è stata contestuale e i giudici si sono riservati. La decisione è stata comunque accolta con soddisfazione dall’indagato e dai suoi difensori. Come si ricorderà, meno di venti giorni fa, nel pomeriggio di giovedì 3 aprile, il professionista era stato raggiunto nella sua casa fiorentina dal provvedimento emesso dal gip Gaspari. Il giudice aveva accolto la richiesta di restrizione della libertà del magistrato inquirente, sostituto procuratore della Repubblica Chiara Contesini, che dirige le indagini della squadra mobile della questura su questo caso. La vicenda investigativa, per quanto abbiamo appreso, si innesta sulla causa di lavoro intentata nei confronti di Bardelli da parte di una ex collaboratrice del centro di via Fiume, che lavorava per l’amministrazione del centro con la modalità della prestazione d’opera e che avrebbe subito, nel tempo, attenzioni particolari e non gradite da parte del medico e che gli inquirenti inquadrano negli atti persecutori e nelle molestie sessuali.
l.a.