GIANLUCA BARNI
Cronaca

Picchiò ex calciatore malato di Sla, multa di 3mila euro. Turchi: "Ci vorrebbe il Daspo a vita”

Il commento dello sportivo pistoiese, ex giocatore del Prato: "Non potevo difendermi"

Stefano Turchi durante un'iniziativa benefica contro la Sla (Attalmi)

Pistoia, 11 ottobre 2023 - "Un piccolo segnale dallo sport". Reagisce da campione, Stefano Turchi, alla sentenza del Tribunale federale sportivo che ha condannato, con un’ammenda di 3mila euro, 1 punto di penalizzazione da scontare in questo campionato e la diffida, l’Uesse Sarnico in seguito all’episodio di violenza bruta di cui fu vittima lo stesso Turchi nel corso della gara giovanile tra il Brusaporto Calcio e la suddetta società bergamasca. L’ex calciatore, originario di Pistoia ma da anni residente a Grumello del Monte (Bergamo), salito purtroppo agli onori delle cronache per essersi ammalato di Sla e costretto da tempo su una sedia a rotelle, fu preso a calci e pugni dal padre di un giocatore tesserato dell’Uesse Sarnico.

A chi ha parlato di giudizio sin troppo clemente, Turchi replica così. "È un piccolo ma significativo segnale, che fa sperare di poter vincere, senza se e senza ma, la causa penale che ho intentato al signore in questione. Anch’io speravo in una condanna più severa, ma si sa che lo sport trova sempre degli appigli: in questo caso, il fatto che il babbo dell’atleta non era tesserato della società e che quindi lo stesso sodalizio non potesse controllare al meglio tutti i suoi tifosi. Anche se lo stesso Sarnico, affiliato all’Inter, si è dissociato dal folle gesto, ma ha fatto poco per condannarlo pubblicamente". In sostanza, restano danni e amarezza, ma pure la sensazione che infine la giustizia giusta dovrebbe trionfare. Almeno per una vicenda così eclatante, che ha indignato tante persone.

"Urge una punizione: i danni accusati sono permanenti, picchiare una persona costretta sulla sedia a rotelle è aberrante. Oltre a un risarcimento, penserei a un Daspo a vita nel seguire le partite del figlio: costringere questo signore a recarsi in caserma a firmare ogni qualvolta il figlio gioca".