ALESSANDRO BENIGNI
Cronaca

Studenti alla Caritas. Alternanza scuola lavoro. Accordo Einaudi-Diocesi: "Un modello educativo"

Un percorso condiviso che prevede attività legate all’ambito di studi "Occorre far uscire gli alunni dal ruolo di spettatori dell’istruzione".

Un percorso condiviso che prevede attività legate all’ambito di studi "Occorre far uscire gli alunni dal ruolo di spettatori dell’istruzione".

Un percorso condiviso che prevede attività legate all’ambito di studi "Occorre far uscire gli alunni dal ruolo di spettatori dell’istruzione".

L’alternanza scuola lavoro coinvolgerà anche la Caritas diocesana, grazie a una convenzione siglata tra l’Istituto Einaudi e la Diocesi di Pistoia. È questo il primo risultato dell’impegno assunto dall’ufficio scuola con le istituzioni locali in merito all’emergenza educativa, ovvero stimolare la creazione e lo sviluppo di una vera ’comunità educante’. "La collaborazione con le realtà del territorio è fondamentale per la realizzazione dei progetti dei Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento – ricorda Elena Pignolo, dirigente scolastica dell’Istituto Einaudi –. Si è concretizzata la possibilità di lavorare insieme alla diocesi di Pistoia, anche attraverso la Caritas diocesana, le attività per le alunne e gli alunni dell’indirizzo socio-sanitario dell’Einaudi. Già ora sei studenti potranno iniziare il loro percorso all’interno della Caritas, con attività strettamente legate a quello che sarò il lavoro futuro, ovvero professioni di cura per anziani, persone con disabilità, bambini, situazioni di disagio e disadattamento. E’ un passaggio importante – aggiunge –, che la nostra scuola intende valorizzare".

"La notizia bella è che l’Istituto ha condiviso questi orizzonti di progettualità e, prima realtà del territorio della Diocesi, ha siglato una convenzione per avviare progettualità educative condivise – afferma Edoardo Baroncelli, direttore ufficio scuola della Diocesi –. Un segno di speranza e un’indicazione di rotta valida per tutti. L’idea di fondo è quella di promuovere un’azione comune e condivisa, co-progettando con scuole, realtà associative e territorio, verso un nuovo modello educativo. La realtà ci dice che i modelli che lasciano ai ragazzi sostanzialmente il ruolo di spettatori, per quanto più o meno appassionati, non hanno l’efficacia educativa sperata. È indispensabile prenderne atto e interrogarci su ciò che dobbiamo cambiare nelle nostre abitudini e prassi organizzative. Dobbiamo cogliere ogni occasione possibile – aggiunge – per proporre ai ragazzi e alle ragazze esperienze positive, capaci di ri-generarli e svelare loro le parti belle della realtà e di sé".

Il contatto non virtuale con la fragilità e con le marginalità; la percezione di dare il proprio sostegno a qualcuno; la possibilità di entrare in relazione con altri; tutto questo genera nuove possibilità nella vita dei ragazzi, in un percorso circolare che va da se stessi agli altri e viceversa. "Tutto questo deve diventare prassi diffusa, sistematica e strutturata – conclude la Diocesi di Pistoia – affidata all’organizzazione delle scuole in collaborazione con il territorio".

albe