"Le promesse di chiudere l’inceneritore vanno mantenute, altrimenti a Montale bruceremo per altri vent’anni e diventeremo la pattumiera di tutta la Toscana". Questa posizione, espressa da Barbara Innocenti, la capogruppo di Insieme per Montale, è quella emersa da tutti gli interventi all’assemblea sull’inceneritore organizzata al circolo Arci di Montale dalle liste civiche Insieme per Montale, Agliana in Comune e da Sinistra Italiana e Rifondazione Comunista di Montale. Sono intervenuti anche Alberto Guercini, consigliere comunale di Agliana in Comune, Nicoletta Santoni del Movimento 5 Stelle di Montemurlo e Susanna Zinzocchi di M5S di Pistoia. "Nessuna delle tre proposte va bene – ha affermato Barbara Innocenti – perché prevedono tutte l’incenerimento". "L’unico barlume di riciclo è all’interno della proposta di Ladurner – ha sostenuto Guercini – l’impianto per il riciclo dei pannelli fotovoltaici, quella è l’unica cosa che sarebbe da fare". Durante l’assemblea si sono espressi per la chiusura dell’impianto anche due ex sindaci di Montale, Giorgio Tibo e Daniele Cipriani.
"Bisogna portare avanti la battaglia per chiudere l’impianto – ha detto Tibo –, perché le proposte sul terreno di project financing daranno il controllo sul termovalorizzatore all’azienda vincitrice della gara, che deciderà su tutto e farà tutto il guadagno e di sicuro amplierà l’impianto andando a produrre 8 megawatt di energia elettrica. Chi fa questa operazione va contro Montale e i suoi cittadini. La scelta migliore era chiudere anche perché ormai non ci sono più problemi finanziari perché il mutuo è stato pagato". Giorgio Tibo, sindaco di Montale dal 1985 al 1994 e poi presidente del Cis, ha ricostruito in sintesi la storia recente dell’impianto.
"Nel 1986-87 come sindaci dei tre comuni proprietari respingemmo le proposte della chiusura dell’impianto – ricorda Tibo – impegnandoci a utilizzare tutte le tecnologie per migliorarne il funzionamento e così è stato. L’ultima ristrutturazione prevedeva di produrre 8 megawatt di energia elettrica pari alla necessità energetica di tutto il comune di Montale. Il progetto fu interrotto perché nel 2007 la Regione scelse di ampliare le discariche e l’impianto restò a 3 megawatt di produzione di energia elettrica. Già allora, nel 2007, dissi che se quella era la scelta della Regione era meglio chiudere l’impianto".
"In politica la parola data è un punto di riferimento irrinunciabile – ha sostenuto Daniele Cipriani –. Il sindaco di Montale si è impegnato a chiudere l’impianto nel 2023 e venir meno all’impegno è un fatto grave. L’ammodernamento dell’impianto con la concessione per 20 anni alla ditta investitrice è un’operazione in perdita per i montalesi. Il fatto è che la Regione ha bisogno di un impianto nell’Ato Centro ed è un segnale chiaro il fatto che l’amministratore unico di Cis sia entrato nel Cda della nuova Multiutility".
Giacomo Bini