ARIANNA FISICARO
Cronaca

Superare gli ostacoli si può. La strategia inclusiva dello sci

Gita in Val di Luce per scoprire una realtà dedicata a promuovere lo sport invernale per tutti. CLASSE 2 A DELLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO "FRANK" DI PISTOIA.

La classe 2 A. della scuola Anna Frank in gita in Val di Luce

La classe 2 A. della scuola Anna Frank in gita in Val di Luce

Sei marzo 2025. Una giornata di sole ideale per un’uscita didattica a contatto con l’ambiente nella nostra bella montagna pistoiese. Che emozione correre su per la via innevata, giocare a palle di neve e fare scivolino! Ci sentiamo liberi proprio come gli sciatori che vediamo scendere veloci sulla pista a qualche metro da noi. Si scia con testa, gambe, forza, equilibrio: ma come può diventare accessibile a tutti uno sport così completo? Per rispondere a questa domanda intervistiamo presso il Campo scuola il maestro Luca Fancelli della Scuola sci Val di Luce, da qualche anno responsabile tecnico del settore paralimpico toscano.

"Io ho un brevetto particolare – ci spiega – per poter insegnare a persone con qualsiasi tipo di disabilità a stare sulla neve a sciare e anche allenare chi di loro volesse fare le gare come i Giochi mondiali invernali Special Olympics che si stanno svolgendo in questi giorni a Torino. Il principio è questo: io, anche se ho una disabilità e non sono un normodotato, posso arrivare a fare un qualcosa da solo in base a quello che posso fare". La Scuola di sci di Val di Luce rappresenta in tal senso un punto di riferimento per tutta la Toscana perché attraverso la collaborazione con l’Unità spinale di Firenze e il Comitato italiano paralimpico Toscana mette a disposizione l’attrezzatura più adatta alle diverse situazioni e personale qualificato per offrire a chiunque il piacere di sciare. Chiediamo al maestro di sci Luca Fancelli di raccontarci cosa prova mentre lavora con persone con disabilità.

"È una sensazione bellissima. – ci risponde – Questo è un seggiolino che adopero io per portare chi non si può più muovere e magari ti segue con gli occhi e basta, io lo metto qui sopra e quando arrivo in fondo alla pista vedo i suoi occhi che brillano. Il suo sorriso mi ripaga della responsabilità e della fatica fisica. Un altro attrezzo che vi mostro è il monosci detto anche guscio, che può essere utilizzato sia da paraplegici sia da tetraplegici: la cosa bella è che chi lo usa vive le medesime sensazioni in velocità dei normodotati. Lo sci è uno sport accessibile a tutti: anche una persona che non vede può sciare perché lo guido io con la mia voce secondo istruzioni codificate. La tecnica non basta. Ci vuole fiducia reciproca".

Alla fine della giornata in Val di Luce, abbiamo imparato che nello sport, come nella vita, c’è sempre una possibilità e che gli unici limiti sono nella nostra testa perché nulla è impossibile se lo desideriamo davvero.