"I contribuenti con sede legale, operativa o con residenza nei comuni delle province colpite dall’alluvione avranno tempo fino al 20 dicembre per versare i tributi e i contributi previdenziali e assistenziali e i premi per l’assicurazione obbligatoria senza incorrere in sanzioni e interessi". Si è sciolto solo ieri il nodo risorse: concessa la mini proroga al 20 dicembre per il pagamento delle tasse da parte delle imprese devastate dalla piena del 2 novembre. Un copione già visto per la scadenza del 16 novembre, con la proroga arrivata al fotofinish solo nella tarda serata dell’ultimo giorno utile per il saldo. Una decisione che di fatto ha lasciato imprenditori, artigiani, industriali e professionisti con l’amaro in bocca. Le imprese messe in ginocchio dal maltempo di inizio novembre si aspettavano un più ampio rinvio dei termini di pagamento di tasse e contributi, ma così non è stato. Il governo ha approvato soltanto uno spostamento di 20 giorni delle scadenze del 30 novembre, ossia del primo acconto Ires, Irpef e Irap.
"Il posticipo degli adempimenti fiscali per le aziende alluvionate alla fine è arrivato. Ma è limitato a soli 20 giorni, come se un lasso di tempo così breve fosse sufficiente a fare ripartire aziende devastate. Non c’è consapevolezza della gravità di quanto è accaduto. Aggiungo che non c’è nemmeno consapevolezza di quanto possa essere sconcertante un comportamento simile da parte delle istituzioni", dice con amarezza Daniele Matteini, presidente Confindustria Toscana Nord. "L’erario non può permettersi di rinunciare nell’esercizio 2023 al gettito proveniente dalle aziende toscane, sarebbe stato più onesto dirlo piuttosto che trovarsi oggi di fronte a un decreto che lascia increduli e sa di beffa. Provvedimenti come le moratorie fiscali non possono investire un intero comune perché non sono funzionano, abbiamo più volte proposto di cambiare sistema, basandolo su autocertificazioni - certamente da controllare - delle aziende direttamente o indirettamente danneggiate".
Durissima anche la presa di posizione di Confcommercio Pistoia Prato. "La mini proroga è una misura totalmente inadeguata. A fronte dei mancati incassi e delle spese da sostenere per ripartire dopo quella drammatica situazione, sarebbe stato corretto stabilire una sospensione adeguatamente lunga degli importi. Invece, con il Dl anticipi, si stabilisce sostanzialmente che le aziende dovranno cavarsela da sole, perché non ci sono le coperture". L’associazione è impegnata sin dal primo giorno nella complessa quantificazione dei danni subiti dal terziario nelle due province, così come nella pressante richiesta di misure di sostegno reale. Oggi, invece, viene servita una doccia fredda. "A fronte di questo scenario – prosegue l’Associazione – viene da pensare che quando lo Stato effettivamente servirebbe, risulta clamorosamente assente. La mini proroga è un palliativo risibile per un segmento che è ancora alle prese con una conta milionaria dei danni e che vede una consistente fetta di imprese ancora impossibilitate a riprendere la loro attività. L’auspicio è che il Governo possa ravvedersi in fretta rispetto ad una misura che, per come è stata concepita, condanna un polmone economico del paese ad una condizione di sofferenza profonda, suscettibile di produrre danni a cascata per tutto il territorio".