Pistoia, 27 maggio 2016 - Mutui, prestiti, finanziamenti sono stati fra gli argomenti principali del ‘filo diretto’ organizzato ieri mattina da La Nazione. A rispondere alle domande dei lettori, il commercialista esperto in diritto bancario, Roberto Tempestini accompagnato dal collega Leonardo Castellan.
Vorrei comprare un fondo commerciale, cosa devo sapere prima di chiedere un mutuo? (Andrea G.) «Chi si accinge a chiedere un prestito deve fare attenzione a tutte le parti del contratto e al rispetto delle norme di trasparenza. E’ un’impresa molto spesso quasi impossibile per una persona che non abbia conoscenze specifiche in materia economica e bancaria, ma che può essere alla portata di tutti grazie alla consulenza di professionisti come avvocati o commercialisti in grado di ‘decifrare’ i contratti che vengono proposti dalle banche».
Ho avuto dei problemi finanziari, temo che la banca possa revocarmi il mutuo. Può farlo? (S.F.) «Purtroppo la chiusura dei rapporti può avvenire anche in tempi strettissimi. Addirittura la banca può revocare il prestito anche con un giorno di preavviso, tranne nel caso in cui si dimostri la giusta causa che ha portato la persona a non pagare. Però non è un terreno facile da percorrere. Certamente non bisogna aver paura ad andare davanti ad un giudice a dimostrare le proprie ragioni. In generale la revoca del mutuo avviene se non si pagano le rate per diversi mesi di seguito (otto solitamente è il limite) e la banca interviene mandando prima una raccomandata dove annuncia la revoca successivamente un atto di precetto dove annuncia di fatto la revoca del contratto e la cifra da restituire entro pochi giorni».
Devo accendere un mutuo, visto che i tassi sono molto bassi adesso conviene scegliere fisso e variabile? (Luigi Brachi) «Il tasso variabile per i prossimi cinque anni è ancora la scelta migliore anche perchè adesso sono molto bassi, addirittura vicini all’uno per cento. Il tasso fisso può valere la pena sceglierlo nel caso di un mutuo trentennale e quindi nel lungo termine può convenire la scelta. L’ideale è optare per il tasso variabile e inserire nel contratto con la banca una clausula che permetta di rinegoziare il tasso alla scadenza dei quattro anni». Quando un tasso si può definire usuraio? E come ci dobbiamo comportare? (D.A) «Il rischio usura può esistere non solo per un prestito o per il mutuo, ma anche per qualsiasi altro tipo di finanziamento. Ogni trimestre la Banca d’Italia pubblica i tassi medi delle operazioni di finanziamento per la definizione del tasso usuraio. Se il tasso risulta usuraio, e dalla nostra esperienza lo è in una grandissima percentuale di casi, gli interessi non dovranno più essere versati. Per stabilire questo ci si può rivolgere in prima battuta alla banca, il passo successivo è rivolgersi all’arbitro bancario per arrivare ad una mediazione, altrimenti all’autorità giudiziaria».