Una notte di sangue e di paura, al termine di una giornata in cui l’ossessione per la sua ex fidanzata che lo stava lasciando lo aveva spinto a farle oltre duecento telefonate sul suo cellulare. Alex Antonelli, informatico fiorentino di 45 anni, è stato condannato a dodici anni di reclusione per aver tentato di uccidere, accoltellandola, la ex fidanzata e per aver aggredito l’uomo con la quale lei era rincasata nel piccolo appartamento al centro di Cutigliano che avevano in affitto. La sentenza di primo grado è stata letta ieri sera, dopo una camera di consiglio di un’ora, dal presidente del collegio, il giudice Stefano Billet, che ha accolto le richieste del pubblico ministero.
Una mattanza quella che si erano trovati davanti i soccorritori della Misericordia la notte del 14 maggio del 2022, e i carabinieri di San Marcello che intervennero. La donna con una profonda ferita al costato (la lama del coltello da cucina di 18 centimetri, dirà la perizia, era affondata per 15 centimetri, recidendo la cartilagine di una delle costole) era riversa in una pozza di sangue. Ovunque in bagno e nel corridoio tracce di sangue e muri scrostati. Antonelli era accusato di duplice tentato omicidio nei confronti della sua ex fidanzata Caterina e di Fenzo Ferretti, 53 anni, l’uomo con cui lei quella sera era uscita. Secondo il sostituto procuratore Giuseppe Grieco, la sua intenzione era di uccidere entrambi. Poi, avrebbe inscenato una aggressione ai suoi danni, ferendosi a sua volta e accusando la sua ex e l’uomo. Per questo Antonelli è stato anche condannato per il reato di calunnia (esclusa invece l’aggravante della premeditazione), oltre al pagamento di una provvisionale di 30mila euro in favore della donna. Durante la sua articolata requisitoria, il pubblico ministero, ha puntato l’attenzione soprattutto sul mistero di quella notte e sulla duplice versione data dall’imputato, in un primo momento davanti agli inquirenti e successivamente nel dibattimento. Quel giorno, il 13 maggio di tre anni fa, Antonelli che viveva a Firenze, aveva disertato un appuntamento con l’amico che lo avrebbe aiutato in un trasloco, aveva preso il treno e poi un autobus ed era arrivato a Cutigliano. Voleva incontrare la sua ex, parlarle. Per questo aveva cercato di chiamarla: 244 le telefonate a vuoto lasciate sul suo cellulare. In preda a quella che il pubblico ministero ha descritto come un’ossessione crescente, aveva chiamato anche sua madre. Poi l’aveva vista passare sul suo camper e si era precipitato nella casa di cui aveva le chiavi. Intorno a mezzanotte lei era rincasata con il suo amico. E lui avrebbe colpito prima lei, tramortendola con il coltello che aveva portato nello zaino, e poi l’altro con un vanghetto: l’uomo si era difeso ferendo Antonelli a sua volta con un alare del camino. Sarebbe stato Ferretti a chiamare i soccorsi, mentre, sempre secondo l’accusa, Antonelli steso in bagno si sarebbe inferto delle ferite, "così preparando la sua difesa". Alle richieste del pm si è associato il legale di parte civile, l’avvocato Gerardo Marliani.
Diversa la ricostruzione fatta dall’avvocato Antonio Bertei di Prato, legale di Antonelli, che ha invece tratteggiato un profilo differente del suo assistito, descritto come una personalità succube della sua ex fidanzata, un uomo innamorato, che nel passato avrebbe subito lui stesso gli scatti di violenza, anche fisica, di lei. Per questo l’avvocato aveva chiesto per lui l’assoluzione per non aver commesso il fatto o in subordine il riconoscimento della scriminante (causa di giustificazione) della legittima difesa e l’assoluzione per la calunnia.
Martina Vacca