Test sanitari a Vicofaro Dieci giorni di esami Poi si varerà il piano Ricoveri o sgombero

Il programma di intervento è stato deciso ieri nel vertice in Prefettura. Domani partirà lo screening degli ospiti: si temono malattie infettive. Asl e forze dell’ordine al lavoro. In seguito sarà attuata l’ordinanza.

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Test sanitari a Vicofaro Dieci giorni di esami Poi si varerà il piano Ricoveri o sgombero

Partirà domani mattina il piano di screening che coinvolgerà tutti i 160 ospiti della parrocchia di Vicofaro. Obiettivo: verificare l’eventuale diffusione di malattie infettive all’interno della comunità. Il piano di intervento, che durerà circa dieci giorni, e vedrà coinvolto personale sanitario dell’Asl, soprattutto infermieri, e forze dell’ordine, presenti per garantire la sicurezza dello svolgimento delle operazioni, è stato deciso ieri mattina, durante il vertice che si è svolto in Prefettura. Alla riunione del Comitato Provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, appositamente convocata dal prefetto Licia Donatella Messina, erano presenti, il vescovo di Pistoia, monsignor Fausto Tardelli, il procuratore Tommaso Coletta, il sindaco Alessandro Tomasi, il presidente della Provincia Luca Marmo, il questore Olimpia Abbate, il comandante provinciale dei carabinieri Stanislao Nacca, il comandante provinciale della Guardia di Finanza, Stefano Lampone, un rappresentante dei Vigili del Fuoco, i referenti dell’Asl, la presidente della Società della Salute Pistoiese, Annamaria Celesti e la direttrice Silvia Mantero. In realtà, si tratta di uno screening già avviato, dopo che uno degli ospiti è stato ricoverato nel reparto di malattie infettive, come ha confermato lo stesso parroco Don Biancalani. Il piano, secondo quanto è trapelato dopo la riunione, dovrebbe durare almeno dieci giorni, tempo necessario per sottoporre la comunità ospitata nei locali attigui alla parrocchia ai necessari test, poi a seconda dell’esito, si deciderà il da farsi.

Le strade sarebbero due: nel caso sia evidenziata una diffusione importante della malattia infettiva, si procederà col cordone sanitario, con il trasferimento delle persone eventualmente contagiate in strutture sanitarie. Qualora, invece, la situazione risulti circoscritta, allora si darebbe attuazione all’ordinanza emessa dal Comune di Pistoia, che ha chiesto lo sgombero della struttura che accoglie i migranti, fin tanto che non saranno ripristinate le idonee condizioni igienico sanitarie.

"Massima collaborazione", ha assicurato il vescovo monsignor Tardelli, per far sì che tutti gli ospiti del centro si sottopongano ai test sanitari, che come tali restano volontari e non possono essere imposti. Il vescovo ha spiegato di aver avuto un proficuo confronto col parroco don Biancalani. Dall’altra parte, il sindaco Tomasi ha ribadito la situazione di "illegalità" che persiste nella struttura. E su questo aspetto, l’ordinanza è esplicita, facendo riferimento alla presenza di "rifiuti, sporcizia, muffe, infiltrazioni, residui di alimenti, ristagni di acque di scarico, escrementi di topo e di volatile", nonché di "spazi esterni utilizzati come orinatoi". Senza contare impianti elettrici non a norma, insufficienti requisiti di aerazione e assenza di dispositivi antincendio.

La riunione in Prefettura è durata circa un’ora e mezzo: un vertice necessario, vista l’urgenza del censimento sanitario, anche se come ha ribadito il parroco don Biancalani, i test erano già stati avviati e proprio su sua iniziativa. Sarà l’esito dell’indagine a scrivere il prossimo futuro di una comunità che, come sembra, è destinata a non avere pace.

red.pt