Torna la truffa dell’incidente. Si fingono carabiniere e legale: "Signora, suo figlio è nei guai"

L’ultimo caso è avvenuto a Casalguidi: per fortuna il figlio dell’anziana è passato a trovarla "Le hanno chiesto di pagare 8300 euro per chiudere la questione". Poi si sono dati alla fuga .

Torna la truffa dell’incidente. Si fingono carabiniere e legale: "Signora, suo figlio è nei guai"

L’ultimo caso è avvenuto a Casalguidi: per fortuna il figlio dell’anziana è passato a trovarla "Le hanno chiesto di pagare 8300 euro per chiudere la questione". Poi si sono dati alla fuga .

Ci sono un presunto maresciallo dei carabinieri, un sedicente avvocato e altri due adulti che girano in auto. Sembrano i protagonisti di una fiction e sotto un certo punto di vista lo è: il problema è che si tratta di una truffa che sta prendendo sempre più piede, anche a Serravalle. Una "banda" che a quanto pare agisce dopo aver "studiato" le abitudini delle vittime, mettendo nel mirino persone anziane e facendo leva sull’emotività. L’ultimo caso, in ordine cronologico, è stato segnalato pochi giorni fa a Casalguidi da Michele Rafanelli, che ha poi provveduto a denunciare l’accaduto ai "veri" carabinieri.

I truffatori erano entrati in azione cercando di estorcere soldi alla madre ottantanovenne: uno dei componenti del gruppo, fingendosi un maresciallo dell’Arma, l’aveva chiamata al telefono di casa per informarla di un incidente nel quale sarebbe rimasto coinvolto il figlio. Si era fatto dare il numero del cellulare ed aveva preannunciato la chiamata di un avvocato, in realtà complice del falso maresciallo. Quest’ultimo le aveva chiesto di pagare 8300 euro per chiudere la questione senza strascichi legali. "Quel che mi ha colpito sono stati i dettagli con cui hanno agito. Uno su tutti: i truffatori hanno volutamente ’occupato’ entrambi i telefoni di mia madre: mentre il falso carabiniere la teneva impegnata al telefono fisso, il falso avvocato la teneva in linea sullo smartphone. Un modo per evitare che potesse rivolgersi ai familiari o chiedere aiuto – ha spiegato Rafanelli –. I truffatori conoscevano inoltre il nome di mio fratello, segno di come qualcuno abbia effettivamente ’studiato’ il territorio prima di entrare in azione. E quando mia madre iniziava a nutrire dei dubbi, hanno persino alzato la voce minacciando di adire le vie legali". La truffa non è fortunatamente andata a buon fine, anche grazie al caso.

"Avevo deciso di passare a salutare mia madre e sono entrato in casa proprio mentre era ancora al telefono – ha proseguito – a quel punto, vedendomi illeso, ha fatto due più due: qualcuno stava cercando di truffarla". In via San Biagio, nei pressi dell’abitazione della donna, Rafanelli riferisce di aver intravisto darsi alla fuga due uomini a bordo di una Fiat Idea: sarebbero i complici dei due precedentemente intervenuti, quelli che avrebbero il compito di effettuare i ’sopralluoghi’. "I carabinieri, che ringrazio, invitano in casi del genere la cittadinanza a segnalare. E ricordano ovviamente che i militari non agiscono in quel modo. A mia madre è andata bene – ha concluso –, ma è facile cadere in una trappola del genere quando si fa leva sull’emotività e sui figli".

Giovanni Fiorentino