Pistoia, 10 novembre 2019 - Da pochi giorni ha ricevuto in regalo quelle che il suo babbo Luca chiama «un nuovo paio di scarpe». Gli serviranno per camminare sì, ma soprattutto per respirare senza aver paura. Fabio Degl’Innocenti – «Beeno» per la Baraonda Biancorossa del basket, che lo ha sempre incoraggiato a suon di striscioni srotolati durante le partite – oggi ha 19 anni e una diagnosi che dalla nascita pesa sulle spalle come un macigno che porta il nome di fibrosi cistica, malattia rara e complessa che espone bronchi e polmoni a infezioni e infiammazioni costanti, impedendo di fatto una vita a ritmi che per molti altri bambini sono in realtà «normali».
Il dono più bello che gli sia mai arrivato, il suo «nuovo paio di scarpe», glielo ha fatto qualcuno che neppure conosce: arriva da Udine e gli ha consentito di essere sottoposto domenica scorsa all’ospedale Maggiore di Milano a un trapianto bipolmonare. A 24 ore dall’intervento, a una velocità di progresso straordinaria, Fabio già è stato messo in poltrona, a 48 in piedi.
«E’ contento – dice il babbo –, è lui che fa coraggio a noi, figurarsi». Una tempra e una determinazione quelle di Fabio che tradisce la giovane età. Lo dicono i risultati raggiunti nonostante un costante entra-esci dagli ospedali toscani che lo ha praticamente accompagnato tutta la vita. A giugno, bombola dell’ossigeno nello zaino, si è diplomato all’Iti. Poco dopo con 40 di febbre, imbottito di cortisone e antibiotico, è passato alla pratica dell’esame di guida, stringendo finalmente tra le mani l’agognata patente.
«Al momento è ancora in reparto rianimazione – spiega il babbo – ma dovrebbe passare rapidamente in chirurgia. Resterà in degenza una ventina di giorni, poi come da protocollo il primo anno dal trapianto dovremmo trovarci nelle prossimità dell’ospedale per controlli e accertamenti vari. La Lega Italiana Fibrosi Cistica è al nostro fianco da sempre. Adesso per esempio ci sostiene nella ricerca di un immobile, perché chiaramente dovremo trasferirci».
La battaglia in questi anni è stata dura e totale, anche per babbo Luca e mamma Monica, entrambi impiegati nel settore ospedaliero, lui come infermiere, che messi di fronte all’evidenza della malattia un mese dopo la nascita di Fabio non si sono mai scoraggiati un attimo, sapendo bene quanto la forza di un genitore sia quella di un figlio.
«Mi ricordo quando ai primi esami ci venne prospettata l’ipotesi fibrosi cistica – continua Luca –. Sapevo di cosa si trattava solo a livello scolastico. Gli approfondimenti medici ci dissero che si trattava di una forma aggressiva. Fabio è riuscito a reggere fino alla terza elementare, ma dopo è stato un continuo andirivieni dagli ospedali. Ma sono felice di avergli risparmiato tante degenze: nella sfortuna, grazie alle mie competenze infermieristiche, alcune terapie siamo riusciti a farle a casa. È stato un sollievo poter portare nella sua vita un po’ di normalità».
Inserito in lista d’attesa per un trapianto nell’agosto scorso, Fabio è stato chiamato pochi giorni fa, tra incredulità e entusiasmo. «Eravamo a Careggi da 20 giorni – prosegue il b abbo –, Fabio era ricoverato per una polmonite gravissima. È arrivata la chiamata, inaspettata e veloce se si pensa che le caratteristiche di compatibilità sono ristrettissime. Sabato sono stati fatti tutti gli esami del caso e il telefono è squillato definitivamente: ‘si parte per Milano’. Dodici, tredici ore in sala operatoria e Fabio aveva i suoi nuovi polmoni».
Ma all’origine della felicità della famiglia Degl’Innocenti c’è la tristezza e la generosità di un’altra famiglia. «Non saremo mai abbastanza grati a chi con il cuore ha scelto di percorrere la strada della donazione – conclude Luca –. Sembrerà strano dirlo, ma il nostro pensiero va anche a chi in lista veniva prima di Fabio: per motivi di salute questo primo paziente non ha potuto accogliere la donazione, di fatto regalandola a mio figlio. Soffriamo molto per questa persona».
Un ringraziamento infine va a tutti coloro che sono stati vicini alla famiglia. «Mi preme ringraziare i medici Morlacchi e Rossetti che hanno proposto Fabio per il trapianto e soprattutto i chirurghi che lo hanno operato. Ultima ma non ultima la Lega Fibrosi Cistica che assiste le famiglie come fosse un angelo custode». © RIPRODUZIONE RISERVATA