10 maggio, Pistoia - Qualsiasi trappola è sempre un congegno mostruoso che provoca enorme sofferenza non soltanto all’animale a cui viene purtroppo destinato, ma anche a quelli che ci si imbattono casualmente, attirati da vistosi bocconcini. Senza considerare i pericoli che, ogni trappola, può costituire per le persone e in particolare per i bambini. Stavolta a farne le spese sono stati tre malcapitati passerotti. La trappola in questione era una tavola cosparsa di una colla appiccicosa e con una specie di polpetta sopra. L’ha trovata, segnalata alla nostra redazione e ai carabinieri, Venera Sorbello, la tabaccaia del Villaggio Scornio, alle porte di Capostrada.
«Mi sono accorta stamani (ieri) che accanto al cassonetto dei rifiuti che si trova proprio davanti alla mia tabaccheria c’era una tavola cosparsa con una sostanza appiccicosa. E poi c’era un bocconcino di qualcosa. E c’erano tre passerotti. C’erano rimasti tutti e tre appiccicati con le zampine. Due sono morti e l’altro, con l’aiuto di un’amica, siamo riusciti a staccarlo da quella sostanza e lei se ne prenderà cura per vedere se riesce a sopravvivere. Immagino che quella tavola fosse destinata ai topi, visto che era vicino al cassonetto. Ma non è detto. Poteva anche essere destinata ad altri animali. E quel boccone cosa conteneva? Avrebbe potuto essere pericoloso per un gatto, o per un cane. E se l’avesse toccato un bambino?». Venera Sorbello ha fatto quello che ha ritenuto giusto, ha avvisato il nostro giornale e contemporaneamente ha segnalato il ritrovamento alla vicina caserma dei carabinieri.
Le cronache sono piene di storie di maltrattamenti degli animali, un reato severamente punito dalla legge. Dolorosi episodi che si registrano con regolarità, soprattutto gli avvelenamenti, e qualcuno è riuscito anche a portare sotto processo chi era accusato di aver avvelenato polpette destinate ai cani. «Un anno e mezzo fa – racconta infine Venera – davanti al mio negozio fu gettato del riso avvelenato destinato probabilmente ai piccioni. Morirono merli e piccioni. Li vidi con i miei stessi occhi perdere sangue dal becco subito dopo averlo mangiato. Poi lo feci vedere a un rivenditore che mi confermò che era stato avvelenato».