REDAZIONE PISTOIA

"Potrebbe rivelare segreti", dipendente trasferita a 300 chilometri

Lettera di trasferimento a 300 km di distanza per dipendente di un'azienda pistoiese, ma il giudice ordina il reintegro

Angela Bigheretti, sindacalista Uiltucs

Pistoia, 25 luglio - Per continuare a lavorare si sarebbe dovuta trasferire in un’altra sede a 300 chilometri di distanza. Pur avendo due bambini piccoli, uno dei quali con handicap e vivendo da sola. Il motivo? Avrebbe potuto rivelare segreti aziendali al suo compagno, un ex dipendente della stessa azienda. E’ stato soltanto rivolgendosi al sindacato che una donna di Pistoia è riuscita a farsi immediatamente reintegrare nel posto di lavoro. A raccontare la storia è la Uil, che ha seguito con successo la vertenza. 

La vicenda è ricostruita dallo stesso sindacato con una nota, passo dopo passo: «Il 9 marzo alla donna arriva una lettera in cui la Marr spa, gruppo Cremonini, leader in Italia per la lavorazione delle carni con migliaia di dipendenti in organico, le impone il trasferimento a Roma, partendo da Pistoia, per l’esattezza da Bottegone, nei cui uffici lavora da moltissimi anni senza mai aver dato un problema». 

«Il motivo addotto – si spiega ancora dalla Uiltucs, Unione lavoratori di turismo commercio e servizi – contro il quale è stato presentato il ricorso seguito dal legale Niccolò Giusti del foro di Pistoia, è ai limiti del paradossale: l’azienda temeva che la donna, fidanzata con un ex collega, gli spifferasse chissà quali segreti e informazioni riservate danneggiando l’azienda». 

Ma la motivazione aziendale non ha retto in aula e la lavoratrice, riferisce la Uiltucs, è stata reintegrata immediatamente. Alla scelta di un ricorso si è arrivati dopo tre intensi mesi di trattative condotte dalla responsabile dell’area Pistoia Angela Bigheretti, che non hanno però portato l’azienda a tornare sui propri passi. 

«La società – si spiega ancora dal sindacato – è stata messa davanti ai fatti con prove cartacee e trascrizioni di conversazioni che, con precisione ed estrema accortezza, erano state tenute dalla sindacalista». Dopo una prima udienza in cui, lo scorso mercoledì 18 luglio, il giudice si era riservato di decidere, pochi giorni fa è arrivata la sentenza a favore della donna. 

Contattata dal nostro giornale nel pomeriggio di ieri l’azienda non ha, per il momento, rilasciato dichiarazioni.