Trasferta di offese e paura. Vittime le mogli dei giocatori: "Se succede un’altra volta lascio subito la società"

Le signore Giacomarro, Tarabusi, Lauria e Sparacello (con la figlia di due anni) sono state insultate e minacciate da tifosi riconducibili alla Pistoiese. Dura presa di posizione di Sergio Iorio: "Episodio vergognoso e barbaro".

Trasferta di offese e paura. Vittime le mogli dei giocatori: "Se succede un’altra volta lascio subito la società"

Sergio Iorio, presidente Fc Pistoiese

PISTOIA

Quella che da poco è andata in archivio è stata una domenica decisamente movimentata per la Pistoiese e per i colori arancioni. La sconfitta maturata al Carbonchi contro il Sasso Marconi è stata infatti seguita da un grave fatto avvenuto nell’immediato post-partita. Un episodio di violenza che niente ha a che vedere col calcio e con lo sport, un gesto che, pur commesso da un numero molto esiguo di singoli individui, rischia di gettare ombre sull’integrità morale della tifoseria della Pistoiese.

Pochi minuti dopo la fine della partita, l’auto con all’interno cinque donne, le signore Giacomarro, Tarabusi, Lauria e Sparacello, assieme alla figlia di quest’ultima, è stata fermata da un gruppetto di persone riconducibili alla tifoseria arancione, che hanno insultato e minacciato le presenti colpendo con violenza macchina e finestrini, generando un forte spavento soprattutto nella piccola di appena due anni. Un gesto deplorevole sul quale la società, attraverso le parole del presidente del club Sergio Iorio, è intervenuta con una dura nota nella mattinata di ieri.

"Sono stato informato – si legge nella nota – di un episodio vergognoso e barbaro, avvenuto dopo la fine della partita di Sasso Marconi. Il fatto è talmente grave che merita una riflessione profonda. Questi non sono tifosi, ma persone prive di dignità che si accaniscono contro i più deboli facendo spaventare una bambina di due anni. L’amarezza che provo in questo momento mi fa dire che se un episodio simile di violenza e inciviltà si dovesse ripetere un’altra sola volta, e a prescindere da qualsivoglia risultato negativo, verso parenti di giocatori o tecnici, lascerò il giorno stesso la Pistoiese mettendo a disposizione le risorse per onorare gli impegni assunti fino ad oggi. Spero che i veri tifosi della Pistoiese non siano come questi vigliacchi e spero che sapranno stare vicini in modo civile alla squadra e al progetto Fc Pistoiese, che deve essere vissuto come una passione sportiva, senza esasperazioni, rancori o insulti e assalti a persone indifese".

Parole pesantissime che lasciano spazio a prospettive di addio fino ad oggi mai ventilate. E’ sotto gli occhi di tutti che i primi due mesi non siano andati come previsto e la tensione, in casa arancione e nell’ambiente esterno, si affetta con il coltello. Ma quanto successo domenica non è giustificabile: il calcio dev’essere un aggregatore di gioia e passione, non una valvola di sfogo.

Le aspettative, in primis della società e poi della piazza, sono elevate, ma gli obiettivi saranno raggiungibili solo con calma e sangue freddo, dentro e fuori dal campo. E proprio in merito a ciò, è arrivata anche la presa di posizione da parte della Pistoiese sugli attimi di tensione all’ingresso degli spogliatoi che hanno visto protagonisti il vice allenatore arancione Felice Ragone e alcuni elementi del Sasso Marconi.

"La società – ha detto il club in una nota –intende far chiarezza circa quanto accaduto dopo il triplice fischio di Sasso Marconi-FC Pistoiese. Quello che ha coinvolto il tesserato del club si è trattato di un diverbio verbale: non c’è stato, dunque, alcuno scontro fisico. Tanto che successivamente Presidente e Direttore Sportivo del Sasso Marconi hanno personalmente chiesto scusa al Direttore Sportivo arancione Massimo Taibi, intervenuto per fare da paciere durante il diverbio verbale. La Società FC Pistoiese, comunque, deplora l’accaduto e si riserva di valutare provvedimenti disciplinari nei confronti del proprio tesserato".

Michele Flori