
I voucher per poter accedere gratuitamente al servizio di trasporto oncologico per i malati nelle apposite strutture dove svolgono le proprie terapie saranno disponibili a partire da domenica 15 gennaio. Ad annunciarlo è la Regione Toscana dando seguito alla recente delibera di Giunta approvata prima di Natale, resasi necessaria per andare a sanare una problematica – quella di aver tolto la gratuità tout court – che da un paio di mesi sta provocando una ondata di polemiche non indifferente, lanciata in primis dal consigliere regionale Alessandro Capecchi, dalla Misericordia di Pistoia seguita poi da altre associazioni a livello regionale, ma anche dalla testimonianza diretta di alcuni malati pistoiesi e poi, inevitabilmente, diventata anche argomento di scontro politico. I voucher andranno chiesti alle Asl di competenza e serviranno per cicli di prestazioni diagnostico-terapeutiche prescritte dai medici di medicina generale o da uno specialista ma non ha modo di raggiungere il luogo di cura autonomamente. Il tutto a patto di possedere almeno due delle condizioni seguenti: chi vive da solo, con disabile o altro ultrasettantacinquenne; per chi ha parenti ma che risiedono, fino al terzo grado, ad almeno cinquanta chilometri di distanza; per le persone con gravi di problemi di salute o ancora semplicemente impossibilitate ad usare l’auto propria o i servizi di trasporto pubblico locale.
A tutto questo ci andrà aggiunto il dispositivo dell’Isee, scaglionato a seconda della distanza dal luogo dove si erogano le prestazioni, fino ad un massimo di 18 mila euro. Ed in base a questi fattori, poi, scaturiranno anche i voucher stessi. Fino a 9.360 euro annui di Isee si potrà andare ovunque; nella fascia fino a 12mila euro si potrà sfruttare il trasporto gratuito oltre i dieci chilometri, più di trenta chilometri con Isee fino a 15mila e oltre cinquanta fino a 18mila euro. Oltre questo tetto non si potrà disporre del voucher e sarà necessaria autocertificazione. Questo sistema non è ancora ufficiale visti i sei mesi di sperimentazione previsti: da lì sarà poi compito delle varie Società della Salute (o dei distretti) svilupperanno progetti specifici, assieme alle associazioni di volontariato, finanziati con fondi strutturali europei. Questo percorso si è reso necessario dopo l’introduzione, ad ottobre, della ricetta elettronica per prescrivere il trasporto sanitario. "Una riforma, condivisa con le associazioni del volontariato e la Croce Rossa – dicono dalla Regione – nata con l’obiettivo di accrescere la garanzia di appropriatezza e tracciabilità. Le casistiche per cui si può ricorrere al servizio sono stabilite per legge e la riorganizzazione non hanno modificato le regole e i requisiti. Il trasporto sanitario riguarda prescrizioni fatte da medici di medicina generale e pediatri di libera scelta per il primo accesso, da specialisti pubblici per trasporti singoli o legati a cicli di trattamento terapeutico, da specialisti di strutture private accreditate convenzionate in caso di dimissioni o trasferimenti. Il trasporto deve essere diretto verso una struttura sanitaria pubblica o una struttura sanitaria privata convenzionata. Se le regole non sono cambiate – concludono dalla Regione – con la riorganizzazione sono emerse nuove necessità e bisogni legati a condizioni di fragilità. Da qui la sperimentazione del nuovo servizio e dei voucher".
red.pt.