Tribunale, il saluto di Barbarisi: "A Pistoia sfide e anni gratificanti"

In carica dal 2019, conclude la sua carriera il prossimo 12 settembre. "Quello del Covid è stato il periodo più duro"

Tribunale, il saluto di Barbarisi: "A Pistoia sfide e anni gratificanti"

In carica dal 2019, conclude la sua carriera il prossimo 12 settembre. "Quello del Covid è stato il periodo più duro"

Una lunga carriera, che lo ha portato, negli anni a ricoprire incarichi importanti, prima nei sei anni come consigliere della Prima Sezione Penale della Corte di Cassazione, poi come presidente della Prima Sezione Civile della Corte d’Appello di Firenze. E infine l’approdo a Pistoia, esattamente cinque anni fa, ad ottobre del 2019, nel ruolo apicale di Presidente del Tribunale. Si concluderà il prossimo 12 settembre la carriera del presidente del Tribunale di Pistoia, Maurizio Barbarisi. Per quel giorno ci sarà, nell’atrio dell’antico Palazzo di Giustizia in Piazza del Duomo, un saluto a tutto il personale. Da quella data, il ruolo di vicario sarà assunto dal presidente della Sezione Penale, il giudice Stefano Billet. Con il giudice Barbarisi ripercorriamo alcune delle tappe di questo cammino, ricco di soddisfazioni ma non privo di sfide.

Dottore, il suo incarico a Pistoia si conclude dopo esattamente cinque anni. Come sono stati?

"Sono stati anni molto belli, per me. Un’esperienza nuova nel mio ruolo apicale, che mi ha permesso di vivere tanti aspetti dell’amministrazione della giustizia. Ma anche un percorso che ha coinciso con un momento molto difficile per il Paese".

Qual è stato?

"Sicuramente la sfida più difficile che ho dovuto affrontare in questi anni è stata la gestione della macchina della giustizia durante i difficili mesi del Covid. Io ho preso servizio a Pistoia nell’ottobre del 2019, e pochi mesi dopo eravamo in piena pandemia. Le regole dettate dai Dpcm si succedevano dalla sera alla mattina e noi dovevamo adeguarci. Ma, soprattutto, c’era da gestire la sicurezza dei lavoratori, e anche l’aspetto psicologico dovuto alla paura diffusa di un virus che non si conosceva".

Prima di Pistoia quali sono stati gli anni più stimolanti nella sua carriera?

"Sicuramente quelli trascorsi in corte di Cassazione, dal 2009 al 2014, a contatto con i magistrati, un periodo molto gratificante. E poi in Corte d’Appello, quando ero vicario dell’attuale presidente di Corte di Cassazione, Margherita Cassano".

Nei cinque anni trascorsi a Pistoia, ha portato avanti molti progetti, con l’obiettivo di rendere più efficiente la giustizia.

"Sì, ho avuto al fortuna di vederne anche i risultati. Possiamo dire di avere molto ridotto e quasi azzerato l’arretrato, ma anche di aver diminuito la durata dei processi. Per raggiungere questo risultato e per mantenerlo è stato importante puntare sull’incremento del personale. L’arrivo ormai due ani fa del contingente di Funzionari Aup (Addetti all’Ufficio del processo), secondo un progetto che ha visto impiegati i fondi del Pnrr è stato fondamentale. Si tratta di nuove figure professionali, che supportano il lavoro del magistrato in tutte le sue fasi, ma anche il personale di cancelleria. Oggi possiamo contare su 28 Funzionari Aup".

Nonostante ciò, ci sono state anche partenze di magistrati, che hanno un impatto sulla gestione del lavoro.

"Sì, in effetti è così, ma la carriera dei magistrati lo prevede, e il compito di chi rivede un ruolo apicale è di garantire il funzionamento del servizio, nonostante il turnover".

Quali sono, attualmente, i numeri dei giudici del Tribunale?

"In tutto siamo diciannove, così distribuiti: nove al penale, uno al lavoro, otto al civile, più il presidente".

Il suo incarico a Pistoia si conclude tra pochi giorni. Quali sono le sfide che lascia aperte?

"Posso dire di aver portato a termine un buon risultato, con un arretrato ridotto ai minimi termini. Per il futuro, ovviamente, l’obiettivo sarà quello di poter continuare a garantire un buon servizio, nonostante il naturale turnover del personale".

Martina Vacca