ALESSANDRO BENIGNI
Cronaca

Truffa bonus facciate, giro d’affari milionario: arrestato De Simone. Tredici misure cautelari

L’ex “patron” della Pistoiese era ai domiciliari, ora torna in carcere. L’accusa: associazione a delinquere per creare falsi crediti di imposta. Già nel 2022, furono eseguiti sequestri preventivi per quasi 15 milioni

L’arresto di Maurizio de Simone per l’indagine della Procura Europea

L’arresto di Maurizio de Simone per l’indagine della Procura Europea

Pistoia, 20 marzo 2025 – Nuovi guai giudiziari per l’ex “patron” della Pistoiese e garante del Trust Orange, Maurizio De Simone, che ieri è stato arrestato ad Avellino nell’ambito dell’indagine avviata nel 2021 su un giro di fittizi crediti d’imposta per oltre trenta milioni di euro per lavori edilizi, che secondo l’accusa non sarebbero mai stati eseguiti, legati all’accesso al bonus facciate. Con lui è finito in carcere anche Alexander Mair, referente nel Veneto per molte delle società-fantasma legate a De Simone. Insieme a loro il giudice di Avellino ha disposto misure cautelari per altre 11 persone. De Simone, lo ricordiamo, era ai domiciliari per un’indagine parallela e ’fotocopia’, della Procura Europea, che lo vede accusato di frode fiscale ai danni dell’Unione Europea legata ai fondi del Pnrr.

Nell’indagine della Procura di Avellino sono finiti molti dei nomi, noti anche a Pistoia, di collaboratori dell’ex patron di fatto della Pistoiese, tra cui i dirigenti Rino Caruso e Omar Vecchione, il commercialista Antonio Gammieri (padre di Alessandro, ex amministratore unico) e il factotum Massimiliano Sperduto. Tutti sono indagati a vario titolo per associazione a delinquere dedita alla creazione e alla commercializzazione di fittizi crediti d’imposta derivanti da bonus facciata, e indebite compensazioni d’imposta e riciclaggio. Il gip ha disposto oltre all’arresto in carcere di De Simone e Mair, i domiciliari per altri due, per otto la misura interdittiva del divieto per un anno di esercitare imprese e uffici direttivi delle persone giuridiche e per un altro l’interdizione temporanea, per un anno, dall’esercizio della professione di dottore commercialista.

Attraverso la costituzione di società intestate a prestanomi e sulla base di lavori di ristrutturazione e di rifacimento facciata in realtà mai eseguiti - questa la ricostruzione degli investigatori - il gruppo ha creato un sistema di fittizi crediti d’imposta per oltre 30,2 milioni di euro, poi confluiti, attraverso una catena di comunicazioni di cessioni effettuate tra il 2021 e il 2022 che hanno eluso i controlli preventivi dei sistemi informatici degli uffici finanziari, nel cassetto fiscale di una società riconducibile al capo dell’organizzazione, appunto De Simone, che avrebbe poi reimpiegato nella Us Pistoiese di cui risultava gestore e titolare di fatto, una parte dei proventi illeciti. L’indagine fa seguito a un provvedimento di sequestro preventivo disposto dalla magistratura irpina nell’ambito del medesimo fascicolo ed eseguito dai finanzieri a dicembre del 2022 che ha già congelato i crediti fittizi delle società coinvolte, nonché disponibilità finanziarie e patrimoniali degli indagati. “L’attività svolta sinergicamente con l’Agenzia delle Entrate - ha spiegato il procuratore Domenico Airoma - ha consentito di impedire la monetizzazione dei crediti e la dispersione delle risorse, a garanzia degli ingenti stanziamenti pubblici a sostegno delle famiglie e delle imprese.