Truffa del bonus facciate per ottanta milioni di euro

Banda sgominata dalla Guardia di Finanza dopo due anni di verifiche. Attestavano cantieri inesistenti: coinvolti due imprenditori di Quarrata .

Truffa del bonus facciate per ottanta milioni di euro

Truffa del bonus facciate per ottanta milioni di euro

Ci sarebbero anche due imprenditori con attività collegate al territorio di Quarrata tra le nove persone raggiunte da misura cautelare al termine di una maxi-indagine condotta a termine dalla Guardia di Finanza che ha sgominato, nei giorni scorsi, una banda che avrebbe messo insieme una truffa da almeno 80 milioni attestando l’esistenza di cantieri inesistenti per ottenere il bonus facciate.

La notizia era stata diffusa alcuni giorni fa dalle agenzie e ripresa dalle testate locali. Beni mobili e immobili – riportava l’Ansa in prima battuta – sono stati sequestrati dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma, che hanno anche eseguito un’ordinanza applicativa di misura cautelari nei confronti di 9 persone, emessa dal giudice per le indagini preliminari di Velletri, su richiesta della Procura, per truffa sui bonus edilizi.

"Le Fiamme Gialle del Gruppo di Frascati – spiegava la nota diffusa dalla Guardia di Finanza – - grazie anche alla segnalazione del Nucleo Speciale Tutela Entrate e Repressioni Frodi Fiscali della Guardia di Finanza, partendo da una verifica fiscale nei confronti di un’impresa operante nel settore delle ristrutturazioni con sede a Roma, hanno scoperto un sodalizio radicato nella Capitale e con diramazioni in altre regioni italiane (Friuli-Venezia Giulia, Calabria, Lombardia e Toscana) – che simulando interventi di ristrutturazione edilizia in realtà mai eseguiti, aveva creato falsi crediti d’imposta per bonus facciate, pari a circa 80 milioni di euro, dei quali 7,5 milioni successivamente ceduti a un ente creditizio e 19 milioni ancora presenti nei cassetti fiscali di sette società".

Gli approfondimenti investigativi delle Fiamme Gialle, effettuati in tutto il territorio italiano per almeno due anni, hanno permesso di individuare tutti i membri dell’organizzazione. Sono accusati di reato di associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, del riciclaggio e dell’auto-riciclaggio.

Gli elementi raccolti hanno portato alle misure cautelari di cui 4 in carcere e 5 ai domiciliari nonché il sequestro preventivo di circa 19 milioni di euro di crediti fiscali, oltre a cespiti, quote societarie e disponibilità finanziarie, fino a concorrenza dei 7,5 milioni di euro.