Turbativa d’asta. Sequestro milionario delle Fiamme gialle. Indagata una famiglia

La corposa indagine è stata condotta dalla Guardia di Finanza di Pistoia. Nel mirino un noto commercialista cittadino, la moglie e la figlia. Volevano ’riprendersi’ illegalmente sei immobili in precedenza pignorati .

Turbativa d’asta. Sequestro milionario delle Fiamme gialle. Indagata una famiglia

I finanzieri pistoiesi sono guidati dal comandante provinciale Stefano Lampone

Una intera famiglia dedita a turbare aste giudiziarie con lo scopo di assicurarsi beni immobiliari che erano già in loro possesso, ma pignorati dopo istanza presentata dai creditori. E’ così che prende corpo l’operazione denominata "Take Back", ovvero letteralmente "riprendere" qualcosa, portata avanti dalla Guardia di Finanza di Pistoia in queste settimane e che, nella mattinata di ieri, ha fatto emettere un ingente sequestro preventivo da parte del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pistoia, su richiesta della Procura della Repubblica del capoluogo. E che vede un professionista – commercialista nello specifico molto noto in città – la moglie e la figlia indagati per turbativa plurima di asta giudiziaria del valore di oltre un milione di euro. Non è stato facile ricostruire, nei dettagli, una vicenda sicuramente delicata che mette in evidenza un meccanismo criminale messo in piedi dall’intera famiglia con l’intento di "riprendersi" qualcosa, appunto. Secondo l’ipotesi portata avanti dal Giudice, a seguito delle indagini che sono state condotte dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Pistoia, emergerebbe che il commercialista, assieme alla moglie, dopo aver ricevuto il pignoramento richiesto dalle istanze dei creditori di immobili che erano già nella loro disponibilità, ne sarebbero illecitamente rientrati in possesso andando ad utilizzare un prestanome che, nel caso di specie, sarebbe la loro figlia.

Nel dettaglio, fra l’altro, proprio quest’ultima si sarebbe aggiudicata tre distinte aste giudiziarie con l’utilizzo di circa 463mila euro che gli sarebbero stati forniti dai genitori attraverso, secondo quanto emerso dalle indagini, delle movimentazioni finanziarie che risulterebbero anomale. Da qui l’autorità giudiziaria ha proceduto con il sequestro di sei unità immobiliari che sarebbero state indebitamente riacquisite dagli indagati grazie a quanto sopra descritto in quanto ritenute il profitto del delitto di turbata libertà degli incanti. Nello specifico, per quanto concerne gli immobili si tratterebbe di un appartamento nel centro storico di Pistoia, di altri due più un box auto che si trovano nel territorio di San Marcello Piteglio e di una struttura ricettiva, con relativo parcheggio, ad Abetone Cutigliano del valore complessivo di mercato stimato complessivamente in oltre un milione di euro.

Secondo quanto emerge dalle indagini condotte dalla Guardia di Finanza di Pistoia, le ipotesi investigative – come precisato dalla Procura della Repubblica – sono state formulate nel rispetto del principio della presunzione d’innocenza delle persone sottoposte ad indagini. Un’operazione complessa che rientra nell’ambito della collaborazione fra la Guardia di Finanza e l’autorità giudiziaria per andare a contrastare, in maniera efficace, illeciti economico-finanziari. Fra di essi, rientrano anche quelli che vogliono andare a condizionare il corretto svolgimento delle procedure esecutive a tutela dei creditori, danneggiando le imprese ed i cittadini che, totalmente in maniera onesta ed in buona fede, vi fanno affidamento.