REDAZIONE PISTOIA

Ucraina, le badanti vogliono tornare a casa. "Molte si sono licenziate giorni fa"

Sono svariate centinaia in provincia le assistenti che si prendono cura dei malati e dei nonni pistoiesi. Masoni, titolare di una delle principali agenzie, racconta: "Altre chiedono di mandare gli aiuti là"

Nel settore dell’assistenza a domicilio le badanti ucraine danno un contributo importante

Pistoia, 26 febbraio 2022 - Da un paio di settimane la comunità ucraina che vive a Pistoia aveva cominciato ad avvertire che stava per incombere una reale minaccia di guerra, tant’è che nel corso degli ultimi quindici giorni molti di loro hanno deciso di lasciare il lavoro trovato in Italia per poter raggiungere i propri familiari ed esser loro vicini nel caso avvenisse il peggio.

E il peggio, alla fine, si è avverato. "Da un paio di settimane decine delle nostre badanti originarie dell’Ucraina che risiedono in provincia di Pistoia (che sono circa 300, ndr ) hanno presentato le dimissioni dal lavoro per potersi recare al più presto dai propri cari nel loro paese d’origine. Hanno fatto la scelta che ritenevano più giusta, hanno scelto di voler stare al fianco della propria famiglia e con lo scoppio della guerra anche altre hanno preso la stessa decisione. In questi casi così drammatici e sconvolgenti è comprensibile voler stare al fianco dei propri cari".

A parlare è Stefania Masoni, titolare di Badantesubito.org, azienda specializzata nel fornire figure professionali di assistenza alla persona con cinque sedi in Italia, a Pistoia, Pontedera, Pisa, Castelfidardo e Milano. I venti di guerra hanno dunque scatenato nella comunità ucraina pistoiese il bisogno di raggiungere la propria famiglia per affrontare insieme questo momento terribile. Una scelta, quella di lasciare il lavoro, preso dovuta prendere in fretta e furia per partire al più presto verso l’Ucraina "che abbiamo ovviamente compreso e sostenuto, sia dal punto di vista morale che economico, senza alcuna ripercussione per i nostri assistiti poiché le badanti sono state sostituite nell’arco di poche ore", sottolinea la titolare di Badantesubito.org.

"Le lavoratrici ucraine che invece sono rimaste sono visibilmente scioccate – continua Masoni –, siamo loro vicine, cerchiamo di aiutarle anche per comunicare con le rispettive famiglie perché dopo l’avvio del conflitto la linea del telefono in Ucraina è spesso isolata e per loro è importante riuscire almeno a parlare con i propri familiari, per sapere che stanno bene". Dallo scoppio del conflitto molte donne chiedono di trovare un modo per portare al sicuro in Italia e a Pistoia i propri cari.

«Ci stiamo attivando anche in questo senso. Faccio parte della Croce Rossa Italiana – continua la titolare – e tra poco saranno stabilite le eventuali missioni e gli aiuti da inviare in Ucraina, sicuramente nei prossimi giorni serviranno cibo, abiti, coperte e generi di prima necessità. E con la nostra azienda ci facciamo portavoce di questa terribile situazione per la comunità ucraina che vive a Pistoia, stiamo cercando di capire se sul territorio fosse possibile avere a disposizione degli alloggi o delle soluzioni abitative per accogliere le famiglie delle nostre badanti ucraine. Presto contiamo di sapere come ci potremo attivare e come potremo fare la nostra parte per aiutare chi in questo momento è in estrema difficoltà".