REDAZIONE PISTOIA

Un altro centro d’oro. Rossetti re dello skeet. Otto anni dopo Rio. È trionfo con Bacosi

Il tiratore pontigiano si ’impone nella gara a coppie mista a Chatereaux. La commossa dedica con il dito al cielo: "Ogni successo è per mio padre".

Il tiratore pontigiano si ’impone nella gara a coppie mista a Chatereaux. La commossa dedica con il dito al cielo: "Ogni successo è per mio padre".

Il tiratore pontigiano si ’impone nella gara a coppie mista a Chatereaux. La commossa dedica con il dito al cielo: "Ogni successo è per mio padre".

Toccare il cielo con un dito, non un cielo qualsiasi bensì quello di Olimpia, che incorona i vincitori a cinque cerchi, coloro il cui successo rimane scolpito per l’eternità nella storia dello sport. Lo racconterà ai nipoti e forse anche ai pronipoti, perché quanto successo nel pomeriggio del 5 agosto a Chatereaux non può e non dovrà essere mai dimenticato. Gabriele Rossetti l’ha fatto di nuovo, iscrivendo – otto anni dopo la prima volta – il proprio nome della storia del tiro a volo olimpico. Il ragazzo delle Fiamme Oro, nato a Firenze ma residente a Ponte Buggianese, ha vinto la medaglia d’oro nello skeet a squadre misto insieme a Diana Bacosi. Una gara difficile da raccontare, caratterizzata da un vortice di emozioni, di quelle che vanno ben oltre le farfalle nello stomaco. Lavoro, sacrificio, allenamenti, dedizione, lacrime. Dietro a una vittoria olimpica c’è questo e molto altro.

Lo sa Gabriele, cresciuto sotto l’ala protettrice di babbo Bruno, bronzo olimpico a Barcellona 1992. Fu proprio lui ad introdurlo nel mondo del tiro a volo e a seguirlo passo dopo passo in un percorso che ha visto Rossetti emergere ai massimi livelli già molto giovane. Quando vince l’oro a Rio nel 2016, anche in quel caso al termine di una gara al cardiopalma, ha solo 21 anni. Poi arriva Tokyo, con la delusione per il decimo posto, e in seguito la gara individuale di sabato scorso, dove la finale sfugge solamente allo shoot-off. Gabriele non si fa intimorire e ricarica le pile per la gara in coppia con Diana Bacosi, altra delusa per un appuntamento individuale al di sotto delle aspettative. I due in qualificazione fanno vedere di avere feeling. Piattello dopo piattello conquistano la vetta della classifica e la tengono ben salda: Rossetti non sbaglia niente, Bacosi commette un solo errore e la coppia azzurra vola in finale col primo posto, record olimpico e record del mondo eguagliato. Non male per essere un lunedì mattina.

Per l’ultimo atto però c’è da superare gli Stati Uniti dell’alieno Hancock, capace di vincere quattro ori nelle ultime cinque edizioni delle Olimpiadi. Indovinate un po’, chi ha vinto nell’unica occasione in cui non ci è riuscito lo statunitense? Proprio Rossetti, proprio quel giorno a Rio nel 2016. Lo sa l’atleta delle Fiamme Oro, sa che Hancock è una macchina ma che in fondo è anche umano. L’americana Smith sbaglia per prima, poi c’è l’errore anche di Bacosi ma è ancora la statunitense a mancare di precisione dando il doppio vantaggio all’Italia. Intanto sia Rossetti che Hancock non mancano un piattello, ma è dopo il secondo errore di Bacosi che il campione olimpico in carica manca il primo piattello della sua giornata. E tirando le somme è l’errore che spiana la strada agli azzurri. Pure Rossetti commette il suo primo errore, la connazionale però è glaciale e il 45-44 finale consegna l’oro alla coppia azzurra. Sul podio, visibilmente emozionato, Gabriele alza per qualche secondo lo sguardo al cielo: "Ogni medaglia che vinco è per mio padre – conferma ai microfoni dell’Ansa –. E’ stata dura prepararmi, avevo sempre quel pensiero, mi dicevo ‘ma ce la farò senza di lui?’. Oggi con Diana ci siamo detti ‘diamo tutto e divertiamoci’. E alla fine siamo riusciti ad entrare nella storia". Nessuno può dirlo più di un bi-campione olimpico, orgoglio della Valdinievole e di tutta la nostra provincia.

Michele Flori