
L’attore pistoiese aveva solo 26 anni: si è spento senza un perché. Era al Niguarda di Milano per un servizio di clownterapia in corsia. La sua carriera stava prendendo il volo, ma restava legato a Pistoia.
Pistoia, 1 aprile 2025 – Vestito di mille colori, sopra un camicie bianco tempestato di morbidi pon pon sgargianti, al naso la pallina rossa da clown e poi quel suo immancabile sorriso. Pulito, vero. Come a 26 anni forse è più facile indossare, ma come lui di certo aveva.
Un sorriso che contagiava tutti
C’è una foto tra le sue tante foto a fermare il momento, quello di un giorno come tanti ce ne sono stati per Filippo Bonacchi: in una corsia d’ospedale tra i malati a portare il contagio ‘buono’, quello del suo sorriso. Così la storia si è ripetuta anche sabato, ospedale Niguarda di Milano. Poi finito quel servizio traboccante generosità, un cortocircuito improvviso, l’assurdo che si materializza e Filippo che in uno di quei letti ci finisce. Prima intubato, poi inspiegabilmente senza vita.
La scomparsa di un talento
Si è spento così, ad ora senza un perché – e l’autopsia disposta aiuterà a comprendere le cause oggi ignote -, il sorriso di Filippo Bonacchi, solo 26 anni, promettente e brillantissima stella pistoiese del teatro il cui palco ha battuto sin da adolescente rincorrendo il suo sogno più grande.
Un giovane di talento apprezzato da molti
L’incredulità è generale, lo sgomento enorme quando la notizia ieri è cominciata a circolare. Lui così giovane, la sua famiglia così nota e benvoluta in città – il babbo Federico osteopata conosciuto, la mamma Silvia che molti ricorderanno dietro al bancone del negozio Rosa Azzurro di via Carratica chiuso da qualche anno.
Il percorso di Filippo Bonacchi nel mondo del teatro
Viene solo da ripetersi che non è possibile, che non ci sono parole. Classe 1998, maturità scientifica conseguita nella nostra città, Filippo si era poi diplomato nel 2021 alla Civica Scuola di teatro Paolo Grassi di Milano nel corso Teatrodanza, approdando subito dopo all’École Internationale de Théâtre Jacques Lecoq di Parigi dove chiude il suo percorso nel giugno 2023.
Intanto, nel 2022, fonda la Compagnia Teatrale Bacchetti con alcuni giovani colleghi e scrive "Lume", spettacolo che ha fatto tappa anche nella sua Pistoia, al Funaro, appena un anno fa. Le esperienze maturate in quegli anni sono tantissime, compresi gli studi con professionisti del settore come Misha Usov del Cirque du Soleil, Maria Consagra della scuola del Piccolo Teatro di Milano e Kuniaki Ida direttore dell’Arsenale. Milano (dove vive la sorella Matilde) diventa infatti il centro del suo mondo recente, trasferendoci la sua residenza, sperimentando come attore, cimentandosi nella scrittura e nella danza, affamato di esperienze, di trasformismi, di sfide e affinando le sue abilità di giocoliere, mangia e sputafuoco, danza su tessuto aereo e trapezio volante. Di recente era entrato a far parte della squadra del Premio Vallecorsi per il Teatro, prendendosi letteralmente cura della sezione giovani e riuscendo a trascinare nella prima edizione più di ottanta compagnie under 30.
Un esempio di energia e dedizione
Un risultato straordinario che lo inquadra perfettamente per quel che era: vulcanico, energico, positivo, estremamente professionale. Ed era impossibile non accorgersene già a un primo, superficiale incontro. La sua fame di teatro e arte l’hanno conosciuta bene al Funaro, quando ancora esisteva l’associazione culturale Teatro Studio Blu, nella minuscola sede di via Borgo Viterbo. "Aveva forse 13 anni quando cominciò – ricorda con dolore Francesca Giaconi per il Funaro -. Prima i corsi per adolescenti, poi per adulti senza mai nascondere quella grande voglia di spiccare il volo. Cosa che fece, appena raggiunta la maggiore età affrontando la preparazione ai provini con Massimo Grigò e Ornella Esposito. Lui che da qui non se n’era mai andato, mantenendo sempre un contatto, un affetto e una premura davvero rari da incontrare".
linda meoni