LINDA MEONI
Cronaca

Un libro per tutte le penne del dottor Bottacci

Il medico pistoiese ha scritto una piccola pubblicazione dove racconta la storia dei farmaci anche attraverso la sua sbalorditiva collezione

Il dottor Armando Bottacci nel suo studio

Il dottor Armando Bottacci nel suo studio

La tappa fissa era lì, da Walter, alla Casa del Timbro. O dal Milani, in via degli Orafi, o dal Pratesi, in via Cavour, in quella Pistoia di carta e botteghe che quasi non esiste più. Quanto tempo trascorso a chiedere un ricambio, una ricarica d’inchiostro. Oppure anche solo a tuffarsi in quell’odore: della carta, della cancelleria in genere. Un’assuefazione che rimane persino difficile da raccontare, ma che poi lo ha accompagnato sempre, assumendo le sembianze di una mania: quella per le penne. Pure quando, o forse soprattutto, nel 1978, zona San Bartolomeo (dove resterà per 40 anni), ha indossato per la prima volta il camice bianco col suo nome appuntato: "Dottor Armando Bottacci- Medico di famiglia". Le penne, molto più che un semplice strumento per scrivere per Bottacci, oggi in servizio per i suoi storici pazienti all’ambulatorio di via della Torre, tanto da dedicar loro un vero e proprio libro dal titolo "Le penne del medico", ricchissima – o meglio, sbalorditiva – indagine che racconta un singolare e probabilmente inedito aspetto: il sodalizio penne-medicinali-medici. "Ho pensato che questo lavoro, pur nella sua modestia, fosse così singolare da poter interessare qualche altra decina di persone – scrive Bottacci –. Ecco che a scopo personale ho deciso di fare una piccola pubblicazione. Il periodo della mia attività professionale va dal 1978 al 2019, lo stesso arco di tempo in cui si è verificato il massimo sviluppo di quel fenomeno iniziato negli anni Trenta: la pubblicità dei medicinali attraverso le penne". E così comincia il viaggio, prima attraverso la storia della penna poi per una collezione che conta nelle sue fila penne di ogni tipo, passando per la storia della pubblicità dei farmaci attraverso la penna. "Le penne che ho raccolto mi sono pervenute attraverso le vie più classiche: gli informatori farmaceutici, i corsi, i congressi, le farmacie. Non c’era persona dell’ambiente che non sapesse della mia fissazione. Per alcuni sono diventato una specie di tormento". L’idea di un libro (che, chissà, da pubblicazione domestica potrebbe divenire realtà editoriale?) è venuta a Bottacci con la pensione. Un modo per razionalizzare una collezione che stava assumendo proporzioni enormi. Prima le ha fotografate, poi archiviate con rispettive descrizioni e poi le ha suddivise per criterio. Un lavoro eseguito con una tale cura, minuzia e competenza il cui risultato stupisce. "L’immagine che il funzionario aveva davanti agli occhi era quella del medico che penna in mano riempiva ricettari cartacei, di colori vari, in uso alle varie casse mutue, le quali adottavano prontuari prescrittivi diversi. Un grazie particolare – scrive il collega Beppino Montalti nella prefazione al libro – va a Armando amico e collego medico di medicina generale, profondo cultore della evoluzione della penna nei tempi per aver voluto con il suo minuzioso lavoro di riscoperta e classificazione, riportarci alla mente quelle modalità pubblicitarie informative e promozionali affidare dalle case farmaceutiche alla penna del medico".

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