"Non abbiamo fatto in tempo a goderci un po’ la ripresa che è arrivata questa nuova mazzata. Una situazione preoccupante di cui non si vede la fine, un problema serio al quale è difficile trovare soluzione". Anche Fabrizio Tesi condivide il grido d’allarme lanciato dall’Associazione vivaisti italiani: il presidente di Coldiretti Pistoia, infatti, conferma con schiettezza le grandi difficoltà che il comparto vivaistico si trova a dover affrontare a causa dell’aumento generalizzato dei prezzi che sta travolgendo il settore.
"Il mercato sta ancora attraversando un momento positivo – premette – ma improvvisamente ci siamo trovati a dover affrontare una situazione totalmente inaspettata, soprattutto in questi termini. I rincari sono consistenti e si susseguono repentinamente, non risparmiando nessuno. Un fenomeno che non accenna a fermarsi e che costringe i fornitori a ritoccare al rialzo i prezzi continuamente, nello spazio di pochi giorni".
Un problema tutt’altro che secondario, aggravato dal fatto che le aziende vivaistiche non possono praticamente far niente per porre un argine a questo momento difficile: "Terriccio, vasi, bambù, per noi è tutto indispensabile – prosegue Tesi – ovviamente non possiamo fermare la produzione e dunque non possiamo fare a meno di quanto necessario alla coltivazione delle piante, questo ci espone in modo inevitabile ai rincari". Costi elevatissimi che non possono essere scaricati sul cliente finale: "Non ci possiamo permettere di aumentare i prezzi delle nostre produzioni – taglia corto il numero uno di Coldiretti Pistoia – per le persone sarebbe inconcepibile, il rischio è quella di darsi la classica mazzata sui piedi. Per riequilibrare i costi dovremmo varare aumenti intorno al 20%, ma semplicemente non si può fare". Anche perché l’inflazione picchia duro anche sugli orientamenti dei consumatori: "La pandemia e i lockdown hanno aumentato in maniera considerevole la consapevolezza dell’importanza del verde nella vita di tutti i giorni – ricorda Tesi – ma adesso le famiglie hanno altri problemi a cui pensare e altre necessità primarie da soddisfare. Energia, carburante, cibo, salute: è evidente che le spese per le piante arrivino dopo. E dunque, oltre che direttamente, questa situazione la subiamo anche indirettamente".
Uno scenario che non può lasciare tranquilli: "La preoccupazione è grande perché questi aumenti sono improvvisi e incontrollati – ripete il legale rappresentante della Gtg – mentre noi, lo ripeto, non possiamo aumentare i prezzi. Inoltre i listini sono già usciti e i rivenditori potrebbero non acquistare più le piante se cambiassero le carte in tavola. Così è a rischio la tenuta dell’intero comparto, chiediamo più attenzione dalla politica per aiutarci a bypassare questo periodo difficile".
Alessandro Benigni