Vent’anni senza Fulvia: "Hai donato tanto amore"

Insegnante, musicista e scrittrice perse la sua guerra contro la malattia. La famiglia la ricorda con una messa e un evento di teatro e di musica.

Vent’anni senza Fulvia: "Hai donato tanto amore"

L’immagine di Fulvia Tasselli scelta dalla famiglia per ricordarla

Venti anni fa, dopo una guerra impari contro il tumore che l’aveva colpita, moriva Fulvia Tasselli. Aveva 38 anni. Insegnante, musicista, scrittrice, amava profondamente la vita e combattè con tutte le sue forze per rimanere accanto ai suoi cari. Aveva un cuore immenso, dove c’era posto per tutti, ed era sempre pronta a darsi da fare per gli altri. La città tutta l’aiutò a sostenere una possibilità di cura, a New York. Poi chiuse gli occhi, all’alba del 4 ottobre del 2004. Tanto ha lasciato di sé, e tanto amore che ha continuato a germogliare e far germogliare. La sua famiglia sta organizzando alcuni eventi per ricordarla. Il primo è una messa che sarà celebrata venerdì 18 ottobre, alle ore 18, nella chiesa di San Michele Arcangelo alle Casermette. L’altro sarà il primo dicembre, alle ore 18, al circolo Arci Niccolò Puccini di Capostrada. Sarà un bel momento di teatro e di musica e di cui parleremo più diffusamente nei prossimi giorni.

Oggi, il marito Alessandro Soldi, il figlio Michelangelo, la mamma Gabriella, la sorella Sandra e il nipote Bernardo D’Onofrio la ricordano con le sue stesse parole, tratte dal suo libro "Sfumature, un percorso di crescita nella malattia".

"Mi sono detta: “Io ho bisogno di loro, loro hanno bisogno di me! Non permetterò a questa subdola malattia di distruggere tutto! E se anche un giorno dovessi morire, avrò coltivato così tanto l’amore, che servirà loro di riserva finché non ci riuniremo, “dopo”. Presunzione? Forse sì! Ma non mi importa! So che se riesco a dire e fare queste cose è perché sono guidata dalla forza di Dio che finalmente mi sta aiutando a dire a me stessa che non sono fragile o incapace!"

"Sono passati venti anni – si legge nella lettera che Alessandro Soldi ha inviato al nostro giornale – da quel giorno, quando la tua bella anima ha lasciato il corpo martoriato e offeso dalla malattia, uno strappo violento e lacerante ho avvertito quel momento, una parte di me è volata via con te, per sempre. Sono davvero tanti questi anni, passati senza la tua presenza materiale accanto a me, a noi, l’assenza pesa ancora tanto, ma quella riserva di amore che ci hai donato, malgrado la consapevolezza di una fine prossima, (ne hai parlato nel tuo bel libro “Sfumature”) non si è esaurita, e, sia pur nella pena della tua mancanza, ristora ancora oggi la vita di chi ti ha conosciuto. Impossibile dimenticare la tua forza di leonessa valorosa, il tuo sorriso contagioso malgrado la sofferenza, l’incanto struggente della tua voce quando intonavi un inno alla vita, un’aria di Händel o una strofa di Branduardi, la passione vivace e la spontaneità che animava i momenti di gioco con i bambini, con il tuo bambino, che illuminava il tuo essere madre, figlia, sorella, maestra, amica. La tua famiglia, gli amici tutti ti ricordano con immenso affetto e amore. “Lascia ch’io pianga mia cruda sorte, e che sospiri la libertà. Georg Friedrich Händel“".

l.a.