Se avesse sembianze umane e fosse essere vivente più di quel che già la natura non le consente probabilmente, volgendo lo sguardo ovunque all’orizzonte, non scorgerebbe altro che un’idea: libertà. Perché essere isola questo suggerisce, l’assenza di barriere e muri. Eppure per quello che si potrebbe chiamare "scherzo del destino" Ventotene, due chilometri quadrati tra il Lazio e la Campania, altro non fu nella storia che terra di esilio prima e di confino poi. Fu qui ottant’anni fa che si gettarono le basi per l’Europa di oggi attraverso il Manifesto di Ventotene. Una storia a qualcuno ancora sconosciuta quella di quest’isola che diventa protagonista del libro "L’isola che diventò continente. Ventotene, dove l’unione fece la forza" (I Libri di Mompracem, 2021) scritto dalla collega Chiara Bini e illustrato dalla pistoiese Roberta Ripaoni, che dopo l’esperienza condotta assieme un anno fa con "La marcia dei sogni" tornano a rivolgersi al pubblico più giovane, dagli 11 anni in su, per spiegare qualcosa di davvero grande.
"Tutto è cominciato da una sorta di folgorazione, quella che riflettendo mentre si parlava d’Europa portò Paolo Ciampi, tra i fondatori di Mompracem, a definire Ventotene ‘l’isola che divenne continente’ - spiega l’autrice dei testi Chiara Bini -, un’espressione così bella e felice da diventare seme di questa storia. E così siamo partiti da un’immagine: Ventotene se la guardi dall’alto appare come una sirena addormentata. A lei in prima persona, ho pensato, avrei lasciato raccontare questa storia". Entrano così in scena Altiero Spinelli, Eugenio Colorni ed Ernesto Rossi i tre antifascisti confinati a Ventotene considerati i padrini del Manifesto "Per un’Europa libera e unita" che con coraggio scelsero di dare gambe ai loro sogni.
"Il libro è pensato per i ragazzi delle medie, dalla seconda in poi – continua Chiara – e già sta circolando tra gli studenti, a Pistoia in particolare alla media di Bottegone. A credere nel nostro progetto il direttore degli Archivi storici dell’Unione europea, Dieter Schlenker, che per noi firma la prefazione ed ha già utilizzato il testo coi ragazzi. Devo ringraziare infine Carlotta Alaura che ha curato l’editing, perché senza di lei questo libro sarebbe diverso". "Conoscevo la storia di Ventotene e del Manifesto, ma non così da vicino come la propone il libro – aggiunge Roberta Ripaoni -. Alla prima lettura dei testi di Chiara ho sentito un’emozione forte, ho amato quell’idea che la voce narrante fosse quella dell’isola. Mi sono documentata molto e ho fatto lunghe ricerche per capire anche dal punto di vista naturalistico come l’isola si presentasse. Illustrare la storia ha avuto le sue difficoltà, perché fin dall’inizio non ho mai voluto che le immagini fossero protagoniste. L’idea era comunque accompagnare la narrazione, a partire da immagini con stile e colori semplici che restituissero comunque l’idea di ricchezza di questa terra, grande madre fertile, luogo di nascita di idee, quasi fosse un grembo materno".
linda meoni