
Il progetto per via Lungobrana è particolarmente atteso dai cittadini di Badia a Pacciana,. continuamente colpiti. dagli allagamenti
Sei soluzioni per provare a risolvere, una volta per tutte, l’enigma relativo a via Lungobrana a Badia a Pacciana. Una storia che va avanti da anni, più precisamente dalla prima ordinanza di chiusura della strada risalente al marzo 2018, e che sta esasperando gli abitanti di questa zona di campagna al confine fra i comuni di Pistoia e Agliana che si sentono fortemente penalizzati dal non poter usare questa arteria che serve per muoversi più velocemente nella piana senza dover per forza di cose passare lungo la SS719 via Toscana. Abitanti che, non più tardi di un mese fa, sono scesi in strada per protestare per il silenzio da parte del Comune: quella strada, di fatto, è uno degli argini del torrente Brana, è pericolosa ma allo stesso tempo vitale per gli spostamenti.
Delle sei soluzioni venute fuori dal documento di fattibilità redatto dal Comune, la Giunta comunale ha scelto quella con un intervento da 300mila euro circa con durata dei lavori stimata di 270 giorni (9 mesi) al netto dei tempi per la progettazione, fase che si dovrà a questo punto aprire a breve. L’operatività prevede la messa in sicurezza del tratto viario e, fra le varie proposte, è quella con minor costo e tempi di realizzazione andando a ridurre i transiti perché diventerebbero possibili soltanto per gli utenti autorizzati.
Nella sostanza, verrebbero installate delle barriere stradali dal lato più vicino al torrente andando a ripristinare le zone che sono già state oggetto di frana e vi potranno passare soltanto i residenti e coloro che avranno il permesso da parte delle autorità (lavoratori, frontisti, proprietari di terreni lungo la strada). Secondo il documento redatto, infatti, "è necessario costituire un Consorzio tra amministrazione e privati per la gestione e la manutenzione dei varchi e della viabilità". Tradotto? Vi facciamo i lavori ma dopo viene deciso assieme chi ci può passare e chi no. Per la cronaca, le altre soluzioni prevedevano: non fare niente, quindi lasciare tutto com’è ovvero via Lungobrana chiusa; messa in sicurezza con istituzione, nella parte centrale più a rischio, di un senso unico; ristrutturazione dell’attuale viabilità andando ad allargare la strada e l’aggiunta delle barriere dal lato del torrente (con realizzazione prevista di quasi due anni e costo di oltre due milioni di euro); spostare la strada a nord con un costo di quasi un milione di euro. Questo è, quindi, un punto di partenza per provare ad arrivare alla riapertura della strada.
Saverio Melegari