Via Quattro Querci è rimasta isolata. Con l’anima divisa a metà dai binari, dal cemento e dai pannelli fonoassorbenti, ha smarrito l’identità per la comunità, per le famiglie che ci hanno costruito casa, vissuto passato e presente, pianificato il futuro. E ora i cittadini appaiono come imprigionati nella scelta del raddoppio ferroviario. Ne parla lo scrittore, ex assessore di Serravalle, Cavaliere della Repubblica, Sirio Balleri, 95 anni, quasi tutti vissuti in via Quattro Querci.
"Sessanta famiglie si trovano oggi in una situazione ormai insostenibile. Per circolare e raggiungere Pistoia, da quando è chiuso il passaggio a livello, si deve tornare indietro fino a Spazzavento, in più ci sono grandi difficoltà quando sono richiesti servizi di emergenza o si devono fare manovre più complesse. E’ diventata una zona non più vivibile. Per svolgere le mansioni quotidiane si devono percorrere quattro chilometri. Via Quattro Querci – scrive Balleri – oggi è chiusa da una barriera di cemento che isola le sessanta famiglie che vi risiedono dagli anni 1942-44. Ci sono tanti simboli storici in questo pezzo cruciale della vita di Serravalle Pistoiese: la villa del Germano fu la residenza del questore Nino Scrifilliti, assassinato, il 24 agosto 1944, sulla strada davanti allo zoo. Via Quattro Querci, inoltrandosi nelle campagne del Montalbano, porta alla villa dello scultore Mario Parri, che negli anni 1942-44, ospitò il grande artista Pietro Annigoni, ricercato dai fascisti fiorentini. Poi troviamo la villa settecentesca dei nobili Gabriele e Caterina Sozzifanti che nella loro proprietà a ridosso del Montalbano, nell’anno 1750, fecero costruire una ghiacciaia. Opera d’arte secolare, adesso, abbandonata e ricoperta di rovi.
"Lo stesso posso raccontare di due fornaci in pietra – prosegue Sirio – risalenti al Cinquecento. Un secolare frantoio e mulino che, fino all’approvazione delle leggi razziali, fu di proprietà della famiglia Bemporad, di origini ebraiche. Il figlio di Israele partecipò alla Resistenza. Seguendo la strada che porta al paese di Vinacciano, incontriamo una cava di pietra che l’architetto Azzolini fece cavare per costruire il palazzo della Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia. Nel 1944, dai primi di maggio agli inizi di settembre, in queste zone, essendo le retrovie tedesche del fronte sul fiume Arno, noi tutti vivemmo sotto minaccia e ruberie. Nelle loro esercitazioni di guerra sul Montalbano si recarono dalle famiglie di Narciso e Vittorio Soldi. All’arrivo dei tedeschi nelle loro case, alcuni giovani fuggirono, possiamo immaginare fossero stati partigiani della formazione Silvano Fedi. Tutti i presenti, compreso donne e bambini, furono posti davanti alle mitraglie per essere uccisi, ma un appuntato dei carabinieri di nome Livoni, che si nascondeva nelle case dei contadini, essendo di origine istriana, parlando in tedesco, avvertì di cosa stava accadendo. Rischiò la vita, ma riuscì a evitare una carneficina. Il 6 settembre 1944 dalla collina del Montalbano scesero una compagnia di militari alleati di origine neozelandese e percorsero Via Quattro Querci per dirigersi alla Stazione di Serravalle. Ricordo che avevano le campanelle agli orecchi e al naso. Su questo territorio – conclude Sirio Balleri – durante la ritirata, i tedeschi della linea gotica per mesi spararono migliaia di proiettili. Questo comportò la distruzione parziale di case coloniche e ville padronali. Oggi cosa rimane? Una strada chiusa".