Viaggi e ascetismo insieme a Folco Terzani

Il suo nuovo libro "A piedi nudi sulla Terra" racconta l’esperienza di Baba Cesare in India: la presentazione venerdì alla San Giorgio

Quarant’anni a calpestare un sentiero "senza dove", la cui direzione è la strada stessa a segnarla. Nel mezzo eccessi, trasgressioni, un viavai continuo dentro e fuori le galere; e poi mogli, compagne, figli pressoché sconosciuti, per tornare sempre lì, dov’è una casa senza pareti di mattone che è una grotta, con la natura tutta intorno a crescere selvaggia e rigogliosa. Il corpo ‘imbrattato’ di cenere, i capelli lunghi quasi come liane e il tempo speso a far nulla eppure a far tutto, vivendo quell’unica alternativa possibile alla società: la ricerca di Dio oltre i nomi e le forme. È il racconto di una vita tutt’altro che ordinaria quella tracciata da Folco Terzani nel libro "A piedi nudi sulla terra" (Tea, 2024), sorta di romanzo di formazione, raccolta di memorie a ricostruire l’inarrestabile ricerca di Baba Cesare, asceta italiano partito per l’India inseguendo l’essenza. Sarà questa nuova uscita editoriale a essere protagonista di una presentazione il prossimo 1 marzo, alle 17.30, nell’auditorium Terzani della Biblioteca San Giorgio, presenti Folco Terzani e Alexey Pivovarov, autore di alcune delle fotografie che accompagnano per immagini il viaggio in parole. Una gioventù da hippie passata tra droghe - "le chiamavamo ‘iniezioni di inconsapevolezza’" -, poi l’arrivo in India, quel posto del mondo in cui sentirsi liberi e finalmente non condizionati, la decisione di iniziare un percorso di ricerca vero spogliato di ciò che è materiale, gli incontri coi guru, le iniziazioni alla vita dei sadhu – asceti induisti che rinunciano a tutto, anche ai legami familiari -, la pratica e la cura del "dhuni", il fuoco acceso per devozione che a che fare con Dio per quel suo essere insieme creazione e distruzione. Tutto per coronare quella assetata ricerca di evidenze, rinunciando ai soldi, a tutto. Comprese le scarpe.

"I piedi – scrive Terzani riportando le parole di Baba Cesare - sono le radici dell’uomo. Le scarpe sono come un isolante che interrompe la corrente elettrica tra te e la terra. Senza scarpe i piedi si rafforzano, cresce uno strato duro sotto, tipo calli, e dopo due o tre mesi non ti entra nemmeno più una spina. Cammini dove vuoi. Anche di notte io ho sempre camminato a piedi nudi. Per cui non capisco perché la gente continui a portare le scarpe". Per Folco Terzani, un’infanzia vissuta in Asia, l’incontro coi baba avvenne la prima volta a 9 anni, durante uno dei tanti viaggi con i genitori. Un incontro che Terzani non scorderà mai - "possedevano meno dei mendicanti, ma parevano dei re" -, tanto da volerlo replicare in età adulta: "Volli tornare in India a vedere se esistevano davvero persone che avevano scelto la via del sempre di meno". Così l’incontro con un baba italiano, Baba Cesare appunto, prima in India, poi a Firenze e la scelta di raccontare questa "strana, terribile e illuminante storia". La storia di chi non è tornato, di chi "invece di buttarsi nell’oceano della complessità" ha scelto di risalire "il fiume della vita per tornare alla fonte". L’incontro di venerdì 1 marzo è a ingresso libera; modera la giornalista Linda Meoni.