REDAZIONE PISTOIA

Via quaranta ospiti da Vicofaro. Saranno accolti nei Cas. Il piano del ministro con la prefettura

Mercoledì riunione online con Piantedosi, Asl, Diocesi, Comune e Regione. La distribuzione a Firenze, Empoli, Prato e Pistoia. Progetti individuali

La polizia a Vicofaro (Acerboni/FotoCastellani)

La polizia a Vicofaro (Acerboni/FotoCastellani)

Pistoia, 28 febbraio 2025 – Una riunione fiume mercoledì pomeriggio. Collegato online anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e con lui il sindaco Alessandro Tomasi che si è recato a Roma, dalla Toscana tutti i vertici delle istituzioni locali, il prefetto di Pistoia Licia Donatella Messina, i rappresentanti della Regione Toscana, dell’Asl, la Diocesi, con il vescovo monsignor Fausto Tardelli, e poi i rappresentanti della Caritas. Vicofaro chiede una risposta.

La chiedono i centocinquanta ospiti del centro di accoglienza gestito da don Massimo Biancalani. La chiedono i residenti del quartiere. La chiede la città di Pistoia. E la risposta è arrivata. Ieri pomeriggio il parroco ha ricevuto l’elenco dei primi quaranta ospiti che saranno accolti nei Cas gestiti da cooperative in Valdinievole, ad Empoli, Prato e Firenze. Una svolta nel progetto di accoglienza portato avanti dal 2013 dal parroco dei migranti. I trasferimenti, graduali e su base volontaria, sono iniziati ieri sera poco dopo le 18, nel piazzale della parrocchia di Vicofaro.

Presenti gli agenti della Questura, che hanno accompagnato i ragazzi nei centri di destinazione. Una presenza quella del personale della Questura volta a garantire l’ordine e la sicurezza durante tutte le operazioni, che si sono svolte senza particolare clamore, grazie anche ai volontari della Caritas. Una quindicina i ragazzi che per primi hanno lasciato Vicofaro. Le luci accese nella canonica e nella chiesa, le coperte e i pochi abiti accatastati nel piazzale. Uno alla volta i primi ragazzi sono partiti. Per ognuno dei richiedenti asilo che verrà trasferito sarà messo a punto un progetto individuale, che tenga conto della sua storia, del percorso fatto finora. Per questo, come ha spiegato lo stesso don Biancalani, è al lavoro un’equipe di cui fanno parte i volontari del centro, coloro che finora hanno seguito gli arrivi, e dato ad ognuno degli ospiti un primo indirizzo.

La storia di Vicofaro è lunga dieci anni, da quando nel 2013 nacque il primo centro di accoglienza per l’emergenza freddo. All’epoca gli ospiti erano 6 o 7, tutti italiani senza fissa dimora. Poi iniziò l’esperienza di accoglienza dei giovani migranti, confluita nel 2016 nell’apertura del Cas (centro di accoglienza straordinaria) presso le parrocchie di Santa Maria Maggiore a Vicofaro e di Ramini, durata due anni, fino alla cessazione nel 2018, dopo vari controlli delle forze dell’ordine, a seguito dei quali molti degli ospiti risultavano destinatari di provvedimenti di revoca delle misure di accoglienza per motivi disciplinari o a seguito di arresto per spaccio di stupefacenti. Ma il colpo di grazia arriva a settembre 2020, in piena pandemia: cento dei ragazzi del “don” sono costretti a traslocare negli alberghi sanitari, molti a Montecatini, altri si danno alla macchia. Dal 2021, l’accoglienza è ripresa e con essa il confronto, a volte aspro, con i residenti della zona, esasperati per le condizioni igienico sanitarie della struttura che ha sede in un quartiere residenziale e per i continui episodi di violenza che avvengono nella parrocchia.

L’ultimo e forse il più grave risale a martedì sera, quando un giovane gambiano di 31 anni è stato accoltellato alla gola da un 35enne nigeriano, anche lui ferito. Dopo un’operazione d’urgenza, il 31enne è stato trasferito all’ospedale di Prato, dove si trova ricoverato in prognosi riservata. L’altro è stato denunciato con l’accusa di tentato omicidio. Ma il suo rientro al centro di accoglienza, persino al lavoro nella ditta vivaistica in cui è impiegato, ha creato non poco sconcerto tra i residenti, che sono tornati a protestare questa volta per una situazione di grave pericolo, temendo la presenza di un potenziale assassino a due passi dalle loro case e della scuola che ogni giorno accoglie decine di bambini.

Martina Vacca