Degrado nella comunità, ammenda per don Biancalani: 100 euro

I controlli a Vicofaro un anno fa, poi l’ordinanza. Il pm aveva chiesto l’assoluzione. L’avvocato Malucchi: "Ricorso per principio"

Don Massimo Biancalani, parroco di Vicofaro (foto Acerboni/FotoCastellani)

Don Massimo Biancalani, parroco di Vicofaro (foto Acerboni/FotoCastellani)

Pistoia, 28 giugno 2024 - "Una questione di vicinato e non di salute pubblica". Così l’avvocato Fausto Malucchi, legale insieme all’avvocato Elena Baldi di don Massimo Biancalani, aveva definito l’ordinanza del sindaco sulla necessità di ripulire il centro di accoglienza per migranti nella parrocchia di Vicofaro. Una definizione, contro la quale era insorto il Comitato dei residenti del quartiere. Lo stesso pm aveva chiesto l’assoluzione per il reato di inosservanza ai provvedimenti dell’autorità giudiziaria (articolo 650 del codice penale). Ma l’altra mattina il giudice Alessandro Buzzegoli ha letto la sentenza con la quale ha condannato il parroco al pagamento di un’ammenda da 100 euro. Nulla, una formalità. Eppure resta la questione di principio. "Per noi resta comunque una condanna - spiega l’avvocato Fausto Malucchi – motivo per il quale, una volta lette le motivazioni presenteremo ricorso. la nostra convinzione è che don Biancalani sia stato accusato e poi processato per aver applicato il Vangelo. Per questo, vorremmo un’assoluzione, per una questione di principio".

La vicenda giudiziaria è quella che è seguita dopo i controlli svolti dall’Asl ormai un anno fa nel suo centro di accoglienza. All’epoca (come già accaduto altre volte), al don furono contestate una serie di inadempienze dal punto di vista dell’igiene. Il Comune fece un’ordinanza chiedendo al parroco di ripulire il piazzale davanti alla parrocchia: derattizzazione, attività per allontanare i piccioni (evidentemente attirati dai rifiuti organici prodotti in grande quantità), sgombero di materiale ingombrante.

Secondo quanto riferisce il parroco, in realtà, seguì un gran lavoro, ma comunque non sufficiente, in base ai successivi controlli, a considerare eseguiti i provvedimenti. Per questo fu accusato di inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità (articolo 650 del codice penale). Intanto, il Tar ha respinto anche il ricorso presentato dai legali del parroco per una precedente multa sempre legata ad inadempienze di carattere igienico sanitarie. "Siamo amareggiati – commenta il parroco che in questi giorni è rientrato a casa dopo un ricovero in ospedale – è chiaro che tira un brutto vento per noi. Siamo isolati e mi riferisco alle alle istituzioni ma anche all’ambiente ecclesiale".

M.V.