
Proseguono i trasferimenti degli ospiti del centro di accoglienza
Pistoia, 7 marzo 2025 – Nuove preoccupazioni per il centro di accoglienza per migranti di Vicofaro. Uno dei giovani ospiti infatti è stato ricoverato nel reparto di malattie infettive dell’ospedale San Jacopo di Pistoia già da qualche giorno. Come ci spiega lo stesso don Massimo Biancalani: “Gli accertamenti sono in corso per capire di che cosa si tratti”. Il sospetto è che ci sia un nuovo caso di tubercolosi, ma saranno solo gli esami diagnostici a poter confermare questo timore. “Noi come sempre monitoriamo la situazione. Io sono stato in ospedale per informarmi delle condizioni del ragazzo e sono continuamente in contatto con i medici che mi aggiorneranno del corso degli eventi. Intanto, però, è bene far sapere a tutti che il ragazzo che era affetto da meningite è stato curato ed è stato dimesso. Stessa cosa per l’altro ospite che aveva la tubercolosi. Questo decorso così breve ci fa capire che in entrambi i casi si è trattato di forme lievi, non importanti, e che quindi non c’era rischio per la popolazione. In ogni caso, seguiamo con attenzione le condizioni dei ragazzi che accogliamo”.
Intanto, come ci spiega il parroco, prosegue il piano di decongestionamento del centro di accoglienza. Nella scorsa settimana, dopo il vertice che ha visto la partecipazione dello stesso ministro degli Interni Matteo Piantedosi e il sindaco Tomasi da Roma, sono stati quaranta gli ospiti del centro che sono stati trasferiti nei Cas gestiti dalle Prefetture nelle province di Pistoia (a Montecatini) e in quelle di Firenze, Prato ed Empoli.
Ma i trasferimenti non sono finiti qui. Altri dieci migranti saranno ritrasferiti in questi giorni nei centri Sai gestiti dai comuni in varie province d’Italia, anche al Nord. Si tratta del ’Sistema Accoglienza Integrazione (SAI)’ costituito dalla rete degli enti locali che, per la realizzazione di progetti di accoglienza integrata, accedono, nei limiti delle risorse disponibili, al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo. “Questa è una delle soluzioni che noi stessi auspicavamo – commenta il parroco di Vicofaro – Noi, come abbiamo sempre ribadito, non siamo per l’accoglienza senza limiti. E non vogliamo fare di Vicofaro un ghetto, ma nemmeno un parcheggio. Vicofaro è nato come una soluzione temporanea per tutte quelle persone che sono uscite dai percorsi di accoglienza regolati dalle istituzioni, ma alle istituzioni abbiamo sempre chiesto di poter riassorbire questa umanità, accogliendo i bisogni di queste persone, riconoscendo loro il diritto a un progetto che dia loro dignità e autonomia”.