Sono stati mesi turbolenti all’interno del centro di accoglienza della parrocchia di Vicofaro. A dirlo è la cronaca recente. È il 26 novembre scorso quando uno degli ospiti, 32 anni liberiano, viene arrestato dalla polizia per aver tentato di violentare una ragazza, che aveva invitato a passare la notte nella sua camera all’interno del dormitorio. A salvare la giovane, come chiarirà subito lo stesso don Biancalani, alcuni altri ragazzi, che bloccano l’uomo. Passano poche settimane e il 9 e il 10 di gennaio, due risse vedono coinvolti altri giovani ospiti. Due ragazzi finiscono in ospedale con ferite da taglio al volto e alle mani. L’arrivo delle ambulanze e quello degli agenti di polizia svegliano ancora una volta il quartiere, ormai abituato a un via vai di forze dell’ordine a tutte le ore. Due i ragazzi che vengono arrestati: una violenza scatenata da futili motivi, si capirà poco dopo. Basta un diverbio per l’uso del bagno o delle cucina. D’altronde nel centro sono quasi centocinquanta gli ospiti, ognuno con le proprie necessità e con i propri orari. Ed è anche per questo, che sempre più spesso i residenti lamentano comportamenti inopportuni, come quello di orinare all’aperto, magari senza nemmeno avere il riguardo di nascondersi. Questo il motivo che porta all’ennesima lite, la mattina del 17 gennaio: uno degli ospiti viene ripreso da una residente del quartiere per aver orinato in strada. Lui reagisce con minacce e offese e lanciandole contro sassi. La scena viene filmata dai cellulari di altri residenti che sporgono denuncia ai carabinieri. La tensione è arrivata alle stelle. E il quartiere è deciso a chiedere risposte alle istituzioni. Intanto, arriva l’appello del vescovo monsignor Fausto Tardelli, rivolto alle altre parrocchie, a cui si chiede di aiutare don Biancalani nell’opera di accoglienza, aprendo le porte ai giovani ospiti. Un appello a cui la chiesa non risponde ma lo fa il quartiere. E lo fa con una manifestazione davanti all’ingresso della Prefettura, la mattina di sabato 8 febbraio. Un centinaio i partecipanti con tanto di striscioni e magafono. Chiedono che si riporti ordine nel quartiere, chiedono che si intervenga sui locali definiti abusivi, perché non adeguati ad un’accoglienza così estesa. Promettono di ripetere la manifestazione davanti alla diocesi. E si arriva a sabato scorso, 23 febbraio. Ancora una rissa, ancora ambulanze e polizia. E i cellulari puntati dei residenti, ormai abituati a registrare la cronaca di un quartiere in guerra.
M.V.