Pistoia, 15 novembre 2024 – Accogliendo in pieno la richiesta della pubblica accusa, il giudice Luca Gaspari ha condannato a dodici anni di reclusione l’uomo di 30 anni, italiano, accusato di violenza sessuale aggravata, dalla età minore di dieci anni e dal vincolo di parentela, nei confronti della nipotina, figlia del fratello. Il processo, che si celebrava con la formula alternativa del rito abbreviato, si è concluso ieri mattina in sede di udienza preliminare. Le indagini dei carabinieri su questa drammatica vicenda erano state dirette dal sostituto procuratore Chiara Contesini che ha sostenuto l’accusa in aula e che una settimana fa aveva chiesto la dura condanna. I fatti contestati, come avevamo già riportato nel presentare questo processo, risalgono al 2018, quando la bimba aveva dai sette agli otto anni. All’epoca vi era stata una convivenza, nella casa dei genitori, dello zio paterno. Tutto emerse quando la piccola confidò alla madre di aver subito violenza da parte dello zio. La madre la portò subito dalla pediatra e presentò la denuncia ai carabinieri. Il giudice per le indagini preliminari emise un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del trentenne che dopo un periodo di detenzione a Prato fu poi trasferito in Sicilia, dove risiede e dove si trova tuttora agli arresti domiciliari. Il giudice Gaspari aveva disposto una perizia d’ufficio sulla bambina, svolta dalla psicologa Claudia Meini, che ne aveva accertato la capacità testimoniale, da cui l’incidente probatorio. La difesa, a sua volta, aveva nominato come propria consulente la psicologa Sara Pagnini che non aveva concordato con le conclusioni della perizia d’ufficio. Ma per il pubblico ministero la bambina era attendibile. I genitori, e con loro la bambina, si erano costituito parte civile, tutti assistiti dagli avvocati Michele Capecchi e Caterina Bracali del foro di Pistoia.
“La bambina – ci ha spiegato ieri l’avvocato Capecchi – è stata ritenuta attendibile dalla dottoressa Meini e nel corso dell’incidente probatorio, davanti al giudice Patrizia Martucci, della quale devo sottolineare la grande sensibilità, ha riferito con precisione quanto era avvenuto. Sono stati molto bravi anche i genitori, che hanno allontanato l’imputato da casa e lo hanno fatto con tatto e sensibilità nei confronti della bimba, alla luce del legame che aveva con lo zio”. Il giudice ha disposto una provvisionale di diecimila euro per le parti civili. Il difensore dell’imputato, l’avvocato Pamela Bonaiuti di Prato, ricorrerà in appello.
l.a.