"Mi ha presa per il collo da dietro e mi ha toccato nelle parti intime. Poi mi ha baciato un orecchio. Io mi sono divincolata e mi sono liberata dalla sua presa continuando a ripetergli che non doveva farlo". E’ stato particolarmente dettagliato e preciso il racconto che la vittima della violenza sessuale, una ragazza pratese che all’epoca dei fatti aveva compiuto da poco 18 anni, durante il processo a carico di un addestratore di cani, 40 anni, che esercita la professione in provincia di Pistoia. L’uomo è stato rinviato a processo dopo la denuncia della ragazzina. Ieri si è tenuta la prima udienza di fronte al collegio dei giudici di Prato, presieduto da Francesco Gratteri, e al pubblico ministero Laura Canovai.
I fatti risalgono all’estate del 2021, fra giugno e luglio, quando la giovane aveva fissato un pacchetto di dieci lezioni con l’addestratore per il suo cane. Gli episodi contestati sono due: il primo a giugno quando l’uomo avrebbe fatto alcune avances verbali alla giovane al campo di addestramento. Il secondo a casa della parte offesa, dove si dovevano svolgere alcune lezioni, quando l’addestratore le avrebbe messo le mani addosso. "Gli ho detto subito che non si doveva comportare in quel modo in quanto io ero fidanzata all’epoca e lui sposato – ha aggiunto la parte offesa in aula – Gli ho anche mandato un messaggio nel quale ho scritto senza mezzi termini che la lezione successiva avrebbe dovuto tenere ’le mani a posto’" La giovane non disse nulla ai genitori ma si confidò con un’amica. Poi, dopo qualche mese, raccontò quanto accaduto alla madre.
"Ero turbata e decisi di aprirmi con mia madre – ha spiegato la giovane dal banco dei testimoni – Avevo continuato a fare qualche lezione in quanto erano pagate ma poi non ho completato il ciclo". La denuncia risale al dicembre del 2021 dopo che la madre informò del fatto il marito. "Ho spinto io mia figlia a fare denuncia – ha detto la madre della ragazza sentita anche lei in aula –. Si parla di un uomo che lavora con famiglie, con ragazzine e ragazzini. Mi sembrò un comportamento molto grave e ho pensato fosse giusto denunciare". Madre e figlia hanno posto l’accento sul fatto che l’addestratore non avesse voluto fare le lezioni con tutta la famiglia ma da solo con la ragazzina. "Gli aveva detto che avrei voluto partecipare alle lezioni perché poteva capitare che dovessi tenere il cane – ha spiegato la madre –. Ma lui non ha voluto nonostante con altre famiglie facesse così". L’udienza è stata aggiornata a maggio.
Laura Natoli