Pistoia, 2 febbraio 2022 - L’emozione scaturita da una traccia di colore - che lo strumento espressivo sia la tela o la materia scolpita -, unico strumento per raccontare di sé e del mondo. Si racconta così il carattere della mostra «Il colore mi possiede», personale del pistoiese Domenico Asmone allestita nella sede della Fondazione Luciana Matalon di Milano, crocevia internazionale per molti artisti, in un’iniziativa realizzata in collaborazione con la Galleria Colonna di Appiano Gentile che esporrà le opere dal 3 al 17 febbraio. Autore fra i toscani contemporanei più interessanti con un fortissimo legame con la sua città, eclettico nello stile e nel linguaggio, Asmone inizia a dipingere negli anni Ottanta partendo da un figurativo ragionato e oggettivo, dalle forme delineate e leggibili. Successivamente si avvicina all’informale per un’arte più istintuale e soggettiva caratterizzata dal colore e dalla luce, elementi che maggiormente definiscono le sue opere. Il risultato è una produzione molto diversificata, fortemente materica, ricca e densa. Nella sede milanese l’artista presenta oltre venti opere, tutte realizzate negli ultimi tre anni, in decisa dialettica con il suo recente passato.
Tre le sezioni della mostra: dipinti ad olio su tela e carta, sculture in ceramica, altorilievi in ceramica smaltata. Le opere su tela sono la naturale evoluzione della ricerca poetico-espressiva delle esperienze informali che guardano agli anni Quaranta e Cinquanta del ‘900. Ma per Asmone non si tratta di espressioni volte a testimoniare una tensione sociale o un disagio esistenziale, né tantomeno una critica a tutto ciò che può essere riconducibile a una forma. L’artista vuole restituire l’energia della materia pittorico-cromatica prendendo a riferimento la natura che, dell’energia, ne è la fonte più pura. La dimensione emotiva che scaturisce dal colore è centrale anche nelle sculture in ceramica, fortemente impattanti nel richiamo a figurazioni primitive e ancestrali. Il punto di partenza è sempre la natura e la dinamica del cromatismo. Tuttavia, sebbene ci sia coerenza di stile e di linguaggio, il risultato percettivo è del tutto diverso proprio perché il medium non sono più i colori a olio stesi a spatola bensì gli smalti ceramici.
La terza sezione della mostra è invece caratterizzata dagli altorilievi in ceramica smaltata che si caratterizzano per la doppia cottura, offrendo un’ulteriore varietà di forme e di effetti cromatici inaspettati. Il punto di partenza è sempre la natura nelle sue più svariate espressioni, i soggetti diversificati, ma ciò che maggiormente colpisce è il richiamo alla città di Pistoia e in particolare alle chiese in stile romanico-gotico. Che si tratti di dipinti o sculture, immergersi nelle opere di Asmone significa ritrovarsi in una realtà viva e palpabile, nella quale il colore assume un’importanza fondamentale nel trasmettere emozioni, e i giochi cromatici non sono casuali, bensì ricercati. Nell’intento di una ricerca non solo espressiva ma anche estetica, Asmone cerca sempre nuove soluzioni capaci di rappresentare il mondo esteriore nel pieno rispetto del proprio sentire, per un’arte sempre più intima ma capace di instaurare un reciproco dialogo con chi l’osserva. La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Gli Ori di Pistoia con testi critici di Nello Taietti, Siliano Simoncini e Alessandro Paolo Mantovani.